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Teramo, Pomante (Abruzzo Civico): “Ingegneria naturalistica per la ricostruzione”

Promuovere, attraverso una serie di eventi conoscitivi sul territorio, l’adozione di tecniche di ingegneria naturalistica per la ricostruzione post sisma, proponendo al Governo centrale di dare priorità ai finanziamenti diretti a tali tipologie di interventi. E’ questa la proposta del coordinatore regionale di Abruzzo civico, Gianluca Pomante che vede in questo campo la soluzione migliore per contrastare le problematiche relative al ripristino degli edifici lesionati dal sisma nel rispetto dell’ambiente e del territorio.

“L’ingegneria naturalistica”, spiega il consigliere comunale arancione, “prevede l’utilizzo di materiale vegetale vivo abbinato a legname da costruzione e materiali inerti (pietre sassi, terra, ferro e acciaio, fibre vegetali, ecc.) e consente di risolvere i problemi di consolidamento e drenaggio di scarpate, versanti e sponde, ma anche di sistemare i corsi d’acqua, regolarizzando e convogliando il
deflusso di fiumi e torrenti, limitando l’impatto ambientale e garantendo un corretto inserimento paesaggistico di luoghi ed infrastrutture”.
Quindi accanto accanto ai tradizionali interventi di mantenimento (reti di contenimento, gallerie paramassi, palificazioni), fortemente impattanti, vengono proposte soluzioni che puntano sul miglioramento della zona soggetta a dissesto e sulla riqualificazione dal punto di vista ambientale.
E soprattutto le strade potrebbero beneficiare degli interventi di ingegneria naturalistica, visto che il gelo e l’erosione generata dal deflusso delle acque sono i principali responsabili delle varie tipologie di dissesto.

Inoltre, secondo Pomante, la sperimentazione effettuata in regioni come il Piemonte e il Trentino Alto Adige consente di essere decisamente ottimisti sul rapporto tra qualità e prezzo dell’intervento, che non risulta, invece, affatto positivo nelle soluzioni d’emergenza conseguenti ad eventi disastrosi come quelli che hanno caratterizzato il territorio locale.