Teramo, Piano di sviluppo Gal Appennino Teramano: 8 milioni di euro destinati alle aree rurali

carlo_matoneTeramo. “Il Gal è la casa di tutti, utilizzeremo queste risorse come farebbe un buon padre di famiglia: in maniera utile e veloce per far vivere i sogni e le aspettative di questi giovani”. Così questa mattina il presidente del Gal Appennino Teramano, Carlo Matone, ha chiuso la sua relazione sul Piano di sviluppo 2007/2013 rivolto ad una platea composta da tanti amministratori, molti imprenditori e associazioni del mondo agricolo e tantissimi giovani: universitari e studenti dell’Agrario.

Ed è con la testimonianza di tre giovani che hanno scommesso sul “territorio”, un imprenditore agricolo Nicola San Lorenzo, una professionista Francesca Valente e uno studente dell’Agrario, Domenico Roscioli, che Matone ha aperto il suo intervento proprio a sottolineare che le aree rurali e l’agricoltura possono rappresentare un investimento per tutto il territorio provinciale in quanto “rappresentano un patrimonio identitario non replicabile, un prodotto, quindi, sul quale non temiamo la competizione”.

“Ripartire dall’economia reale: il territorio” questo il tema scelto dal Gal per la presentazione del nuovo Piano.

Il Gal può iutare le aziende a modernizzarsi, far nascere nuove aziende, far conoscere il patrimonio che c’è in questo territorio perché, ha sintetizzato Matone, “non basta avere il prodotto, bisogna che gli altri lo sappiamo”. Il Gal nei prossimi cinque anni investirà circa 8 milioni di euro nell’area rurale che è “tutt’altro che un’area marginale”.

Lo dicono i numeri ribaditi anche nella sua analisi economica dal preside della Facoltà Luciano D’Amico. Il territorio del Gal Appennino Teramano raggruppa 30 Comuni della provincia di Teramo, il 70 per cento del territorio, oltre due terzi della popolazione. Dentro questo territorio sono concentrati il 53 per cento delle aziende agricole, il 60 per cento delle colture seminative, il 10 per cento della produzione di vite e olio, il 60 per cento dei capi allevati con punte di 80 per i bovini, tutti gli allevamenti di razza marchigiana “certificata” IGP, il 30 per cento del patrimonio boschivo.

Del modello Gal ha parlato anche l’assessore regionale Paolo Gatti che ha testimoniato la sua vicinanza al nuovo progetto: “ci sono risorse certe e un messaggio di speranza”. Mauro Di Dalmazio, assessore regionale, ha sottolineato che a questo modello di governance si è ispirato per il suo Piano: “questa organizzazione dal basso, in stretta collaborazione con i vari livelli di governo, è quello più utile proprio quando si parla di territorio”.

Ha portato il suo contributo anche il consigliere regionale Claudio Ruffini, che ha seguito da vicino l’iter della nuova programmazione regionale delle risorse per l’agricoltura e che si è augurato “che anche i territori oggi rimasti fuori dal Gal Appenino Teramano possano rientrare e cogliere questa grande opportunità”.

 

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