Atri. L’Associazione dei Professionisti Tecnici Atriani ha consegnato al sindaco Gabriele Astolfi e al Gruppo di progettazione dei piani un documento che vuole essere un contributo alla redazione dei nuovi piani urbanistici comunali prodotto dagli operatori sul territorio.
L’Associazione, pur condividendo la filosofia dell’urbanistica partecipata e sostenibile, si pone l’obiettivo prioritario di ottenere piani efficienti, “giusti per il contesto atriano” e fattibili tecnicamente.
Con “La città progetto”, inoltre, intende esprimere le proprie perplessità in merito al documento preliminare già approvato.
La prima perplessità deriva dalla semplice constatazione che l’Open Space Technology del 30 settembre scorso e l’incontro informativo per i tecnici dell’11 ottobre sono stati organizzati dopo l’approvazione del documento preliminare relativo ai quattro strumenti urbanistici, in contrasto quindi con il criterio di urbanistica partecipata.
Ulteriori perplessità scaturiscono dalle contraddizioni che emergono dal confronto del documento preliminare e degli schemi grafici dei singoli piani allegati con l’applicazione dei principi che costituiscono la filosofia dei piani stessi e dalle varie imprecisioni presenti nei disegni e nei documenti.
La preoccupazione maggiore deriva, però, dall’aver constatato la mancanza di un vero e proprio progetto di piano, dal rifiuto di ogni ipotesi di crescita e dall’assenza di innovazioni e strategie che possano affrontare, in concomitanza con l’attuale crisi economica mondiale in atto, la situazione di stallo atriana.
I professionisti tecnici sono “rammaricati per il fatto che questa impostazione dei Piani mal ripaga il notevole e lodevole impegno profuso dall’attuale Amministrazione che ha affrontato con vigore, determinazione e grande impegno economico il problema Urbanistico del territorio e quindi la stesura di quattro nuovi piani (e non semplici varianti)”.
“Tale forte impegno” spiega il presidente Barbara Ferretti “si esaurisce e si svilisce con il consumo zero di suolo e la crescita zero di abitanti, con conseguente cancellazione dal piano vigente delle aree a verde pubblico, a servizio e attrezzature di interesse comune, di espansione sia edilizia che produttiva e delle zone sature. Per una strategia di sviluppo del territorio atriano sarebbe auspicabile differenziare e valorizzare i diversi aspetti peculiari del territorio con l’individuazione delle diverse potenzialità e vocazioni al fine di incentivare le corrette strategie di crescita. Ci auguriamo che questa Amministrazione possa riflettere sulla strada intrapresa e sulla necessità di capire se il futuro di Atri debba passare per la crescita zero. Il mito della conservazione tout court rischia di impedire la modernizzazione del territorio, appiattendo idee e progetti”.