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Atri, Felicione e le dimissioni da coordinatore Pdl: una decisione sofferta ma dovuta

Atri. “E’ la decisione più giusta, anche se non è stato affatto semplice”. E’ trascorsa circa una settimana dall’annuncio e oggi Domenico Felicione, vice sindaco di Atri, spiega quali sono le ragioni che lo hanno portato a dimettersi dalla carica di coordinatore del Pdl ducale.

Una decisione sofferta, ma maturata nel tempo. Felicione parla a ruota libera e dalle sue parole emerge l’animo “passionario” di chi si definisce “un uomo prestato alla politica”, che di fronte ad un clima sempre più difficile ha deciso di “fare un passo indietro”.

E, in tutto questo, quanto ha inciso la questione sanità e le vicende relative al San Liberatore? “Non è questo il punto decisivo”, in realtà. Certo, il disagio si è acuito negli ultimi mesi, ma “siamo sinceri: se ho un programma e degli obiettivi chiari, non posso certo fare un taglia e metti continuo. Diventa destabilizzante per la città”. E’ il suo animo di dirigente aziendale che parla. “E’ un momento difficile per tutti, ma dopo gli annunci è il momento di passare ai fatti. Una proposta era già stata fatta ed era già stata accettata dalla classe dirigente atriana, ma è arrivato il momento di agire. Il piano ora va attuato. In Abruzzo abbiamo 35 ospedali e nonostante questo, per curarci, andiamo oltre regione. Questo mi irrita. Gli sforzi vanno fatti e le scelte devono essere affrontate con una maggiore chiarezza”. Si lascia trascinare dalla passione, Felicione, è schietto, deciso e aggiunge: “Io non voglio fare il politico a tutti i costi. Ho deciso di rimettere la mia carica in mano al Pdl, anche se resto un uomo del Pdl, perché c’è bisogno di una figura che porti il partito alle elezioni con serenità. E io, al momento, non sono in condizione di farlo”.

Quali sono state le reazioni in città, tra i “colleghi” di giunta e di partito? “Sinceramente pensavo gioissero” ironizza. E ci scappa un sorriso, prima di aggiungere: “ho avvertito tanta vicinanza da molte persone che hanno mostrato apprezzamento per il lavoro svolto”.

La storia del Felicione “politico” è iniziata nel 2007, quando è stato eletto coordinatore di Forza Italia. Poi è stata la volta del Pdl e la nomina arrivata da Paolo Tancredi, “persona che stimo molto”.

Indiscrezioni sulla successione? “Non saprei” risponde “ma sarebbe opportuno che fossero gli stessi iscritti a decidere chi dovrà guidarli in futuro”.

Resta un’ultima domanda, forse la più importante. E riguarda il suo ruolo di amministratore nella cittadina atriana. Le dimissioni da coordinatore di partito come si sposano con la scelta di conservare la carica di assessore e vice sindaco? Secca la risposta: “Porterò a termine il mio mandato, anche tra mille sacrifici, perché non ho alcuna intenzione di tradire il voto degli elettori. Sarebbe una vigliaccata”. Questo significa che Felicione non si ricandiderà alle prossime elezioni? “Questo lo dice lei”.

 

La lettera di dimissioni inviata da Domenico Felicione. “Da alcuni mesi a questa parte il Popolo delle Libertà atriano sembra essere attraversato da una elettricità poco assimilabile alla compattezza interna e all’ottimo operato amministrativo che, al contrario, caratterizza l’entusiasmo del Gruppo, della giunta. Purtroppo ciò che rilevo con dispiacere è che la normale dialettica politica, madre di una buona democrazia interna in qualsiasi partito, si è trasferita da qualche altra parte. Si tratta di un mormorio che, così come i fiumi carsici, tende a logorare la buona volontà e la pazienza di chi, come me, ogni giorno è alle prese con i problemi dei cittadini e con le aspettative dei nostri elettori. Per questo rimetto la mia carica nelle mani del Popolo della Libertà, sperando che il mio senso di responsabilità serva a rasserenare gli animi e rimetterci intorno ad un tavolo per ridisegnare il futuro di questo partito. Nel fare questo, naturalmente, voglio sottolineare la stima che nutro nei confronti del Sindaco e di tutti gli altri assessori che collaborano giornalmente con me. Lo stesso vale per il Capogruppo e per i consiglieri che, con il loro spirito di dedizione, sorreggono tutte le nostre scelte amministrative. Ciò che, però, voglio ricordare è che la mia militanza nel partito e l’intera mia azione amministrativa, è sempre stata dettata dall’amore che nutro per la mia città e dalla consapevolezza che tutti gli interessi personali devono essere messi da parte di fronte a quelli della collettività. Sono un uomo prestato alla politica che, grazie ai miei sforzi personali, è riuscito ad ottenere risultati importanti nel mondo del lavoro e che, ad un certo punto della sua vita, ha deciso di mettere a disposizione della collettività la propria esperienza. Nel mio agire non ho mai dimenticato le mie origini, i sacrifici della mia famiglia, così come mi sono sempre fatto guidare dalla convinzione che la Politica sarebbe stata per me un momento della mia vita e non un mezzo attraverso il quale raggiungere traguardi personali. D’altra parte la mia adesione al Pdl e alla lista che ha sostenuto Gabriele Astolfi come sindaco, è scaturita proprio dalla consapevolezza che tutti noi eravamo guidati da queste convinzioni. Sono sicuro che questo mio atto verrà compreso attraverso una corretta lettura dei fatti. Non voglio aggiungere ulteriori polemiche ad un clima che rischia di distruggere tutto ciò che di buono il Pdl ha costruito fino ad oggi ad Atri e, nel ringraziare tutti gli iscritti e gli elettori del Popolo della Libertà, rimetto nelle mani dei due coordinatori Paolo Tancredi e Giandonato Morra, persone per cui nutro altissima stima, il mio mandato di coordinatore comunale”.

 

Marina Serra