Di seguito il testo integrale:
“Cari concittadini,
mi sento in dovere di inviarvi questa lettera, alla luce dei recenti avvenimenti relativi al nostro ospedale. E’dei giorni scorsi il provvedimento della Asl di Teramo che allontana qualsiasi rischio di un ridimensionamento dei reparti di Urologia e Psichiatria. La decisione mi è stata comunicata da una nota del direttore generale Giustino Varrassi che dichiara: “La Direzione ha deciso di accogliere le istanze da Lei più volte rappresentate, e cioè di lasciare operativi i posti letto di SPDC e di Urologia del San Liberatore”. Un grande risultato, atteso dall’amministrazione comunale e da tutta la città, che fa seguito ad una incisiva e forte azione dell’esecutivo cittadino nei confronti dei vertici aziendali e che di fatto recepisce le richieste inoltrate dalla Commissione Sanità ed approvate dal Consiglio Comunale nel giugno del 2011. Si tratta di una vittoria per tutta la città, che non deve avere nessun colore politico. Ma va dato atto alla mia amministrazione, troppo spesso accusata di immobilismo, di avere portato avanti, a partire dal suo insediamento, un assiduo e costante lavoro a tutela del San Liberatore. Un impegno condotto nelle sedi opportune, attraverso un confronto ed un dialogo continui con i vertici aziendali. Il nuovo Atto Aziendale non penalizza o declassa in alcun modo il San Liberatore. Al contrario, per la prima volta, dopo anni, si evince una seria programmazione per il nostro presidio. Nessuno dei servizi e dei reparti verrà soppresso né ridimensionato. Riguardo l’Utic, va detto che la recente sentenza del Consiglio di Stato di fatto rimanda la questione al Tar, per cui siamo in attesa di un suo pronunciamento. Ma va anche sottolineato che il servizio non è stata mai chiuso, e che il reparto di Cardiologia è oggetto di nuovi impulsi con l’avvio della convenzione con l’Università dell’Aquila. Oltre al potenziamento delle apparecchiature diagnostiche e dell’organico, è in previsione l’istituzione di nuove strutture operative quali: l’unità operativa di riabilitazione H24 a supporto della chirurgia, della medicina, dell’ortopedia e della neurologia; l’Utap e l’ospedale di comunità, in fase di realizzazione; l’unità operativa, a valenza aziendale per le malattie dismetaboliche e l’unità operativa complessa di lungodegenza, oltre a quella di prevenzione odontostomatologica a valenza universitaria, già istituita, e all’avvio della Scuola di specializzazione in Cardiologia, attiva dallo scorso settembre. Inoltre, è in fase di definizione l’attivazione di due centri regionali per la Medicina dello Sport e per la fibrosi cistica e celiachia infantile. La verità, che va gridata a gran voce, è che nel Piano di riordino della Sanità abruzzese non c’è alcuna volontà di depotenziamento del San Liberatore e il riassetto non ha comportato alcuna perdita in termini di posti letto e di servizi sanitari. Questi sono i fatti. E soprattutto, va ricordato, nessun posto di lavoro è andato perso, al contrario, il progetto che si sta delineando prevede un rilancio del nosocomio, in un quadro di sinergia ed ottimizzazione dei servizi sanitari provinciali e regionali, cui bisogna fare riferimento. Mi corre d’obbligo, a questo punto, fare alcune precisazioni relative alle dinamiche sociali e politiche che si stanno muovendo sul terreno della sanità, diventato, purtroppo, luogo di strumentalizzazione. Riconosco la libertà, per tutti, di scegliere e di agire secondo i propri principi, ma richiamo altresì al rispetto del ruolo istituzionale che ricopro, e soprattutto al rispetto della verità dei fatti, che purtroppo, spesso, viene alterata, o peggio, strumentalizzata in maniera poco corretta. Voglio ricordare che le forze politiche ed i personaggi che oggi si sono eretti a paladini del nostro ospedale, che scendono in piazza a protestare, mascherati dietro l’etichetta di “Comitato cittadino”, cavalcando l’argomento sanità per costruire carriere politiche, sono gli stessi che hanno governato per anni la nostra città. Sono gli stessi politicanti e segretari di partito che, pur godendo di sostegno a livello provinciale e regionale, hanno di fatto decretato il lento declino di Atri e del nostro ospedale. Come amministrazione abbiamo fiducia nel percorso intrapreso. Continuerò, con l’appoggio di tutto l’esecutivo, su questa strada, nella consapevolezza di compiere semplicemente il dovere di ogni primo cittadino: essere il portavoce della propria realtà e rappresentarla nelle sedi opportune. Altre sfide ci attendono, le affronteremo con la serenità di chi guarda al bene di tutta la comunità, alla tutela del diritto alla salute ed alla salvaguardia del nostro ospedale. Vogliamo proiettare il San Liberatore verso la sanità del futuro, vogliamo guardare avanti, con l’ottimismo della ragione e la volontà di fare e di crescere che caratterizza la mia amministrazione”.