Atri. Dimissioni immediate del manager della Asl Giustino Varrassi. E’ quanto chiedono a gran voce i gruppi di opposizione atriana e il sindaco di Pineto Luciano Monticelli, all’indomani della sentenza emessa dal Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso sulla chiusura dell’Utic ed il ridimensionamento del Servizio di Diagnosi e Cura di Psichiatria e del reparto di Urologia, disposti dall’Azienda Sanitaria teramana.
“Al di là della sentenza” ha detto questa mattina Monticelli in una conferenza stampa “la vera vittoria del territorio è quella conquistata lo scorso 8 ottobre, quando migliaia di persone sono scese in strada in difesa del loro ospedale. Nonostante le ultime dichiarazioni di Varrassi, noi continueremo a vigilare, non ci fidiamo più di queste persone ed è ora che il manager si dimetta. A questo punto dobbiamo iniziare a fare un percorso diverso, fatto di proposte. L’idea è quella di unire tutti i Comitati nati in Abruzzo in difesa degli ospedali, per fare fronte comune contro i provvedimenti della Regione”.
I cinque ricorsi curati dall’avvocato Simone Dal Pozzo hanno comunque sortito il loro effetto. Ora non rimane altro che attendere l’udienza di merito fissata al prossimo 28 marzo, quando sarà emessa la sentenza definitiva di primo grado.
“Sono stati nove mesi di lotte instancabili” ha commentato il capogruppo del Pd in Consiglio Comunale, Gabriella Liberatore “ed i risultati ottenuti dimostrano chiaramente che non siamo né folli né terroristi: l’impianto messo in piedi da Chiodi e Varrassi era semplicemente sbagliato e non siamo noi a dirlo. La nostra non vuole essere una difesa campanilistica e comunque Varrassi dovrebbe ricordare che le dichiarazioni politiche non rientrano tra le sue competenze”. Il riferimento è alle critiche lanciate dal manager in occasione della manifestazione dello scorso 8 ottobre ed all’accusa di “strumentalizzazione” sugli studenti atriani, “invitati a marinare la scuola pur di fare numero”.
“Gli studenti sono stati profondamente feriti da queste parole” ha detto ancora Liberatore “e questo dimostra che Varrassi è lontano da quel sentimento di autonomia che contraddistingue i giovani, che sono scesi in piazza per protestare e difendere la loro città e lo hanno fatto con coscienza e senso di cittadinanza”.
Duro anche il commento del consigliere provinciale dell’Udc e capogruppo di partito ad Atri, Aurelio Tracanna, secondo cui “questi sono i risultati di una politica sanitaria che non c’è”. E si unisce al coro di richiesta di dimissioni: “Varrassi dovrebbe organizzare i servizi sanitari con efficienza ed efficacia, senza andare in giro a promettere tutto e il contrario di tutto. Questa confusione genera una guerra tra poveri che noi non vogliamo”.
Secondo il capogruppo dell’Idv atriano Vincenzo Marcone siamo poi “di fronte al paradosso della politica”. “Sembra di vivere una storia kafkiana” ha detto. “In questa vicenda è importante mettere dei punti fermi, perché gli atriani sono smarriti di fronte a queste dichiarazioni contrapposte”.
Insomma, su quello che sarà il futuro di questa battaglia sono tutti concordi: mai abbassare la guardia, come ribadisce anche il segretario comunale de La Destra Roberto Marchione. “Il sindaco Gabriele Astolfi ci ha più volte accusato di aver strumentalizzato la manifestazione dell’8 ottobre, ma chi indossava la fascia tricolore era lui, noi eravamo lì da semplici cittadini. Una cosa è certa: non ci faremo mettere i piedi in testa da nessuno e annuncio sin da ora che, se l’Utic dovesse chiudere, alla prima persona che muore di infarto ad Atri, non esiterò a denunciarli per omicidio”.
E’ chiaro, dunque, che la sentenza del Consiglio di Stato non ha placato gli animi né rassicurato completamente sul destino del San Liberatore. L’allerta rimane alta, i toni sempre più forti, forse sintomo di un’esasperazione legata ad una scarsa trasparenza e ad un dialogo insufficiente. Intanto, il prossimo venerdì, alle ore 17.30, gli “indignados” della politica atriana incontreranno la cittadinanza nell’Auditorium Sant’Agostino, per informare sugli ultimi sviluppi e sulle prossime iniziative.
La posizione congiunta del Pdl di Atri e Pineto. “Negli ultimi giorni Pd e alleati, con l’Udc in regia, usando toni da trionfo calcistico, hanno chiesto le dimissioni di Varrassi, reo di avere perso al Consiglio di Stato che, in realtà, ha solo rimandato il destino dell’Utic di Atri al Tar competente. A nostro parere, questo uso sconsiderato di risorsi non solo non porta da nessuna parte, ma rallenta il processo di rinnovamento della Sanità in Abruzzo, inevitabile alla luce di un deficit che ammonta a 5 miliardi di euro. Siamo convinti che si stia strumentalizzando l’ospedale di Atri a fini elettoralistici, senza fare alcuna proposta seria in materia. A questo punto vogliamo chiedere a Monticelli e Verrocchio, che evidentemente hanno memoria corta: ricordano come siamo arrivati al buco della sanità? Continueremo a sostenere e condividere l’azione di chi, come il manager Varrassi e il sindaco di Atri Gabriele Astolfi, sta lavorando con impegno e lungimiranza per l’ospedale di Atri. Se qualcuno, al contrario, vuole coltivare i propri monticelli in Atri, è padronissimo di farlo”.
Il commento del sindaco Gabriele Astolfi. “Bisogna sottolineare che l’Utic, di fatto, non è stata mai chiusa, e che anzi, il reparto è stato potenziato con l’avvio della Scuola di Specializzazione in cardiologia, a seguito della convenzione tra la Asl e l’ateneo aquilano, che ha visto l’attivazione del reparto cardiologico a valenza universitaria diretto dalla prof.ssa Maria Penco. La recente sentenza del Consiglio di Stato, di fatto, rimette la situazione dell’Utic nelle mani del Tar e siamo in attesa di un suo pronunciamento”.