L’ennesima dimostrazione dell’incapacità di questa amministrazione di programmare e progettare opere utili per la città. E’ un giudizio senza appello quello che il capogruppo del Pd al Consiglio comunale Gianguido D’Alberto dà al risultato ottenuto dal Comune di Teramo per la partecipazione al bando sulla riqualificazione delle periferie che ha visto la città di Teramo arrivare ultima nella graduatoria stilata.
Un fallimento che, a detta di D’Alberto, non avrebbe solo una matrice amministrativa ma soprattutto politica e che pagherebbe l’inadeguatezza di un’amministrazione nella programmazione di opere utili per la città, oltre all’impreparazione nell’intercettare fondi da altri enti, essendo questa l’unica possibilità di fare interventi di riqualificazione sul territorio e opere pubbliche.
“Dei 120 progetti che hanno aderito al bando”, spiega D’Alberto, “oggi solo 24 potranno godere della copertura finanziaria. Questo significa che c’è un forte rischio che i progetti teramani non possano essere presi in considerazione nei prossimi anni perché di sicuro arretrati rispetto ad altri”.
Per D’Alberto sarebbero tre le cause che dimostrerebbero le responsabilità politiche di questo risultato disastroso. Innanzi tutto l’arretratezza dello stato della progettazione, perennemente allo stato embrionale dello studio di fattibilità, che va a cozzare con i criteri fondamentali necessari per richiedere finanziamenti pubblici. Manca, infatti, la cantierabilità degli interventi dovuta ad un’assenza di progettazione e di programmazione per il futuro della città.
Inoltre questi progetti non raccoglierebbero le reali esigenze del territorio ma verrebbero decisi nelle “segrete stanze della Giunta”, senza condivisione né partecipazione da parte della cittadini. D’Alberto, infatti, lamenta il fatto che non ci sia stato alcun passaggio in Consiglio comunale per discutere di riqualificazione urbana. Infine non ci sarebbe rispondenza tra quello che era lo spirito del bando, ovvero il recupero delle periferie con la ricucitura attraverso un percorso di rigenerazione urbana tra il centro e le periferie, e le tre proposte fatte che riguardano l’ex stadio comunale, la zona stazione e la pista ciclopedonale. Progetti che sarebbero stati tirati fuori da un cassetto a causa della mancanza di una preventiva programmazione di interventi ripondenti al bando, seppure diverse aree del territorio, ben più rispondenti alle caratteristiche richieste, avrebbero potuto beneficiare di interventi di riqualificazione.
“E’ chiaro che nella valutazione dei progetti”, conclude D’Alberto, “se non si risponde a quello che è lo spirito del bando, ovviamente non vengono concessi finanziamenti e si resta ultimi in graduatoria. Questo risultato è l’ennesima dimostrazione dell’incapacità politica di un’amministrazione, che ci governa da 12 anni, che non ha saputo fornire una prospettiva di visione futura della nostra città”.