Atri. Dodici giorni. Tanto manca alla data X che potrebbe segnare una svolta tra le corsie del San Liberatore di Atri. Il primo agosto, infatti, l’Utic atriano dovrebbe chiudere definitivamente le sue porte. E c’è preoccupazione, tanta, per questo. Le forze comunali di opposizione hanno già chiesto, nei giorni scorsi, l’intervento del primo cittadino, Gabriele Astolfi, ed una convocazione urgente del Consiglio Comunale.
Pare tuttavia che la maggioranza non sia affatto disposta a convocare l’assise in tempi brevi, come è parso di capire nella Conferenza dei Capigruppo di lunedì scorso. Comunque per questa settimana (mancano solo 4 giorni al termine) e per la prossima, non se ne parla. Ma poi il tempo scade e il primo agosto è dietro l’angolo: time out, tempo scaduto.
Che senso avrebbe discuterne dopo, quando l’Utic sarà bello che chiuso?
Ed è per questo che i capigruppo dei partiti di opposizione Gabriella Liberatore (Pd), Paolo Lupinetti (Udc) e Carmine Zippilli (Rosa Bianca) si appellano direttamente al sindaco.
“Tutto questo” spiegano “non consentirà al Consiglio Comunale di far sentire tempestivamente la sua voce e di chiedere, prima che avvenga l’irreparabile, che si soprassieda ad una così deleteria determinazione, tenendo conto che lo stesso Consiglio all’unanimità, ha recentemente approvato una proposta di Atto Aziendale relativa al Presidio di Atri, già inviata al Direttore Generale ed elaborata da un’apposita Commissione scelta dallo stesso Consiglio, nella quale, tra le altre cose previste, è contemplata proprio la previsione motivata della permanenza dell’Utic”. E tra quei voti unanimi c’era anche quello dello stesso Astolfi.
“Prima che sia troppo tardi” aggiungono “e nello spirito collaborativo che ci ha sempre distinti e che ha consentito la recente decisione approvata da tutti cui si è fatto riferimento, Le ribadiamo la richiesta di convocazione immediata del Consiglio e, comunque, La scongiuriamo di farsi interprete, crediamo doverosamente, della preoccupazione generale per quanto sta per accadere, intervenendo immediatamente con energia presso tutti gli organi competenti, primo fra tutti il Direttore Generale, perché l’Utic di Atri non venga chiusa, a difesa dei superiori interessi della nostra comunità alla quale noi tutti, in base ai ruoli di ciascuno, dobbiamo rendere conto”.