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Tortoreto, beach tennis e sottopasso Carducci: si scalda il clima in vista del consiglio comunale

Tortoreto. Manifesti fotografici, affissi sulle bacheche pubbliche, per richiamare l’attenzione della cittadinanza sul consiglio comunale, in programma mercoledì 15 giugno (ore 20, sede dell’Arit). Non passano certo inosservati i manifesti (“Il Far West è Tortoreto”) che il Pd ha fatto affiggere in giro per il paese e che si connotano con 5 foto (area sosta camper, area beach tennis, stazione ferroviaria, e scuole di Salino e Cavatassi), che secondo l’opposizione rappresentano il risultato di due anni di amministrazione del centrodestra. La sortita non è casuale, ma è stata pianificata in prossimità di un’attesa seduta dell’assise civica, nella quale la minoranza consiliare ha chiesto di discutere di due argomenti: la revoca dell’area demaniale concessa ad una società di beach tennis e la discussione sul nuovo sottopasso di via Carducci. Nella stessa assise civica, inoltre, saranno discusse altre tematiche: il progetto preliminare per le opere anti-alluvione, il piano sociale di zona, la devoluzione di un mutuo per gli interventi in piazza Garibaldi e il regolamento per la concessione delle proprietà comunali.

Prosegue la polemica sulla palestra chiusa. Nei giorni scorsi c’è stato un vivace botta e risposta tra Nico Carusi (consigliere di minoranza), che lamentava alcuni contrattempi relativamente ai ritardi nell’apertura della palestra di via Napoli (dove si è tenutauna manifestazione sportiva dei ragazzi delle elementari) e Antonio Di Giovanni (capogruppo di maggioranza), che rimproverava al giovane collega di non essere informato. Il Pd, sull’argomento, ha diffuso una nota a firma dello stesso Carusi. “Di Giovanni dovrebbe spiegarmi a quale titolo replica ai miei appunti”, chiosa stizzito il consigliere di minoranza, “ non essendo né assessore allo sport e né ha deleghe per la scuola. La verità è che i pulmini con i bambini erano lì alle 8.30 e le maestre hanno telefonato in Comune perché i cancelli erano ancora chiusi. Conosco i fatti: un funzionario comunale ha risposto che al momento non aveva nessuno che poteva aprire e che appena era possibile avrebbe mandato qualcuno. Grazie all’intervento di un autista, che ha preso contatti con un addetto dei circolo tennis, che aveva le chiavi, l’impianto è stato aperto. Ma non è finita qui: la palestra, per l’intera manifestazione, era una sorta di forno crematorio, visto che le finestre sono rimaste chiuse e che nessuno dell’amministrazione si è visto. Forse per il capogruppo, è normale trascurare le scuole pubbliche e le sue iniziative. D’altro canto, l’indirizzo è stato chiaro sin dall’inizio: privilegiare il privato rispetto al pubblico e favorire i soliti amici”.