Val Vibrata. Poco più di un mese di tempo per attivare tutte le procedure burocratiche, poi il finanziamento dell’Unione Europea, frutto di un progetto comunitario di 365 mila euro, se non ci saranno fatti nuovi, non sarà erogato. E’ questo il rischio, tangibile, che corre l’Unione dei Comuni della
Val Vibrata, che a distanza di cinque mesi dall’approvazione del progetto da parte dell’Unione Europea, ancora non riesce ad inscrivere in bilancio il finanziamento (anticipare le somme, che poi saranno rifuse) ottenuto grazie ad un progetto ideato e realizzato da Gino Verrocchi. Nello specifico si tratta del progetto Recultivatur inserito del programma di cooperazione territoriale See (Sud Est Europeo), dalla Comunità Europea, finalizzato a valorizzare il patrimonio religioso della Val Vibrata. Un progetto, così come è stato elaborato, che punta ai percorsi religiosi come elemento di crescita sostenibile del territorio, attraverso una collaborazione tra enti pubblici, operatori turisti, le autorità religiose e la stessa società civile. La politica, a tutti i livelli, fa un gran parlare sulla necessità di intercettare forme di finanziamento, anche di matrice europea, e quando questo accade (l’idea progettuale è risultata tra quelle finanziate nel bando comunitario), si corre il rischio di farlo svanire. A distanza di mesi, infatti, in seno all’Unione dei Comuni si sono registrate delle prese di posizione e delle titubanze sulla vicenda, che in sintesi hanno impedito all’esecutivo di deliberare una variazione di bilancio utile per avviare le pratiche utili per incassare il finanziamento. Il tempo, è il caso di dirlo, è denaro e se entro la fine di giugno la situazione non sarà risolta, l’Unione Europea ritirerà il finanziamento. Da un punto di vista tecnico, il consorzio intercomunale deve anticipare una serie di somme utili per affidare una serie di incarichi professionali utili per realizzare il progetto pilota. Tutto questo, al momento, ancora non si concretizza.