“Come per il processo breve – continua D’Alessandro – anche per il Borsacchio viene presentata una norma breve: un solo articolo e l’area protetta scompare. Che Venturoni non sia un simpatico burlone e faccia sul serio, lo abbiamo capito tutti sin da quando, con ogni mezzo, ha tentato (e non ancora ha smesso) di far realizzare un inceneritore in provincia di Teramo. Un novello Nerone che appena un mese fa ha bruciato la legge sull’edilizia, sulla quale il presidente Ricciuti aveva lavorato per quasi due anni, soltanto per dare spazio alla sanatoria dei sottotetti anche in favore dei ‘palazzinari’, una norma molto pasticciata ma in grado di favorire i soliti noti. Per tornare al Borsacchio, c’è da sottolineare che a nulla è valso il parere autorevole del Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università dell’Aquila, sull’enorme pregio delle biodiversità presenti nella riserva, sfuggite quasi per miracolo alla cementificazione che le nostre coste hanno subito negli ultimi decenni. Oggi, grazie alla proposta legislativa di Venturoni, l’area protetta tra Roseto e Giulianova rischia letteralmente di scomparire. Noi ci opporremo con ogni mezzo regolamentare e di legge a questo ennesimo tentativo di scempio ambientale – conclude il consigliere dell’IdV – e speriamo che a Venturoni non venga in mente di informarsi su quante sono le oasi naturali, le aree protette, i parchi regionali e nazionali della nostra regione. Forse sarà il caso di apporre su di esse il segreto di Stato”.