Lo ha denunciato l’associazione di cultura politica, Il Cittadino Governante, precisando che “nessuno, né la direttrice, né il CdA, né l’assemblea dei sindaci, né i revisori dei conti, né il dirigente finanziario del Comune hanno mai messo a conoscenza il consiglio comunale, nelle innumerevoli sedute dedicate al Bilancio, dell’esistenza di un simile debito per quattro lunghi anni. Tutto ciò è quantomeno singolare. Il gruppo consiliare del Cittadino Governante chiese 10 mesi fa che quel debito – inserito subdolamente nelle pieghe del Bilancio comunale in occasione dell’assestamento – prima di pagarlo, fosse riconosciuto in consiglio comunale, come prevede la legge, con una delibera apposita a cui andava allegata tutta la documentazione che ne attestasse la reale esistenza.
L’associazione ricorda che la “richiesta destò un imbarazzo generale (maggioranza compresa). Ci sono voluti ben 8 mesi per avere gli atti accompagnati da una relazione del dirigente di settore e quando sono arrivati, oltre che l’opposizione, non ha convinto nemmeno tutti gli esponenti della maggioranza, tanto che il punto fu rinviato per avere ulteriori delucidazioni. Nel frattempo è stata rimessa una relazione sostanzialmente identica alla precedente, ma questa volta la maggioranza ha deciso di votare favorevolmente trincerandosi dietro al fatto che la legittimità è stata certificata dall’organo di revisione dei conti, dal dirigente tecnico e da quello finanziario e che, comunque, il debito era stato certamente contratto per lo svolgimento di servizi sociali essenziali per cui pagarlo significa essere amministratori pubblici”.
Per il Cittadino Governante ritene che “i soldi pubblici vadano utilizzati onestamente, correttamente e congruamente e quando tutto ciò non emerge in modo chiaro ed inequivocabile, essere bravi amministratori significa svolgere fino in fondo il compito di controllo sugli atti presentati e sottoscritti dagli organi tecnici ed amministrativi. Ciò non è stato fatto, eppure sono tanti i motivi e le anomalie che lo avrebbero consigliato: Come è possibile che il consiglio di amministrazione dell’Ambito sociale abbia potuto per ben due anni consecutivi ignorare l’entità dello stanziamento del Comune di Giulianova e, pur essendo un ente subordinato, inserire nel proprio bilancio di previsione molto più di quanto stanziato dal Comune? E, ammesso che realmente siano state spese queste maggiori somme – della qual cosa dubitiamo ormai fortemente – come ha potuto, reiteratamente, una società partecipata dipendente dal Comune spendere risorse che non poteva avere in bilancio in quanto nessuno l’aveva autorizzata a inserirle. E come ha potuto farlo senza che nessuno di tutti coloro che dovevano controllare a vario titolo (sindaco, assessore ai servizi sociali, revisori dei conti dell’Ambito sociale e del Comune, dirigente finanziario comunale ) per ben quattro anni se ne sia accorto? Come è possibile che a dimostrazione del debito da pagare ci siano state consegnate, tra gli atti, fatture per le quali sono state fatte da parte della Direttrice dell’Ambito determine di pagamento con impegno di spesa a carico dei capitoli specifici e con ordine di pagamento a carico alla tesoreria? I debiti fuori bilancio non si possono pagare per il semplice motivo che nei capitoli relativi non ci sono i soldi per poterlo fare; altrimenti che debito fuori bilancio è? Lo ha riconosciuto nel dibattito consiliare persino l’assessore al bilancio Giovanardi. Conseguentemente è legittimo porsi alcune domande: quelle fatture hanno a che fare con prestazioni effettuate e regolarmente pagate con i soldi che erano disponibili in bilancio? Se sì, perché ci sono state date a dimostrazione del debito fuori bilancio? Se no, si è trattato, forse, di un espediente spregiudicato (ma anche maldestro) per tentare di confondere i consiglieri che dovevano controllare? E, comunque, dove sono le richieste di pagamento da parte dei creditori dell’Ente d’Ambito per beni e servizi erogati e non pagati?”
L’associazione leggendo “la documentazione che ci è stata consegnata emerge anche altro nella decennale attività del Consorzio che a questo punto va attentamente rivoltata come un calzino visto che è arrivato a spendere fino a 3 milioni e mezzo di euro in un anno. In particolare chiediamo maggiore trasparenza su: Congruità delle somme pagate per taluni servizi; presenza di numerose associazioni note per fare volontariato in città e che invece hanno riscosso somme cospicue. E domandiamo anche: quali modalità sono state usate per affidare i servizi a professionisti, cooperative e associazioni? I criteri utilizzati per conferire affidamenti e incarichi rispondono ai principi di trasparenza e imparzialità amministrativa?
Le carte finora esibite non chiariscono il quadro amministrativo e contabile del Consorzio Ambito Sociale Tordino ma rafforzano i dubbi, perciò chiediamo che ci siano date tutte le fatture del 2011 e del 2012 inerenti le attività svolte. Questo perché fa parte certamente dei nostri compiti controllare che l’amministrazione pubblica abbia operato, utilizzando denaro pubblico, con sobrietà, correttezza e trasparenza, ancor più in un settore delicato qual è il sociale. Purtroppo sappiamo che l’Italia non è estranea alla triste pratica di mettere in piedi metodi clientelari per organizzare il consenso elettorale: qui a Giulianova come siamo messi?”, conclude Il Cittadino Governante.