L’Italia dei Valori atriana ribadisce “il concetto che, i comuni per propria natura non sono aziende private e che pertanto non possono e soprattutto non devono rispondere ad esclusivi criteri economici. Come si spiegherebbe altrimenti lo sperpero di circa 600mila euro spesi in due anni per un velleitario e infruttuoso festival del reportage? Festival che, verrà riproposto anche quest’anno, con buona pace delle casse comunali? Gli enti sono invece chiamati a fornire servizi alla collettività e maggiormente alle classi meno abbienti. Ci sembra pertanto doveroso esprimere disappunto per le ultime scelte operate dalla nostra giunta. Una recente delibera ha concesso di fatto la struttura di S. Chiara, ad uso gratuito, per tre anni, ad una associazione le cui finalità, dovrebbero essere molto vicine all’insegnamento delle diverse forme di ballo. Ci chiediamo allora: Quali sono state le motivazioni di razionalizzazione che hanno portato a tale decisione? Quali i vantaggi economici per la cittadinanza atriana?”
Diversi i dubbi del partito dell’onorevole Di Pietro che chiede all’amministrazione comunale di coinvolgere tutte le associazioni della città e di ritirare l’affidamento dell’asilo di Santa Chiara ad “una scuola di ballo”.
Alla denuncia dell’Italia dei Valori si unisce, poi, la protesta dei consiglieri comunali Gabriella Liberatore (Pd), Paolo Lupinetti (Udc) e Carmine Zippilli (La rosa bianca).
“Sinite parvulos venire ad me è non solo l’iscrizione che campeggia sulla facciata, ma il carezzevole abbraccio di intere generazioni di bambini che, accompagnati per mano da genitori e nonni, hanno sognato, giocato, imparato a crescere in una delle scuole materne storiche della città, per gli atriani, semplicemente l’Asilo di Santa Chiara. Esprimemmo sin da subito la totale disapprovazione in merito alla scelta dell’Amministrazione Comunale di chiudere il plesso scolastico, scelta non condivisa anche dai genitori dei bambini che lo frequentavano. È davvero assordante il silenzio che ha avvolto la via in cui la struttura sorge. Ma cosa importa? Apprendere, poi, che l’Amministrazione Comunale, con una recente deliberazione di Giunta, ha concesso l’utilizzo dei locali ad una scuola di ballo, rattrista ancor più. Non è in discussione il valore e l’importanza delle finalità di un’Associazione dedita a queste attività, il punto è un altro.
Tra le motivazioni addotte dall’Amministrazione Comunale ci fu quella relativa all’esigenza di utilizzare l’immobile come sede degli uffici comunali, nell’ambito di una nuova razionalizzazione degli stessi. Ci si dirà che la sistemazione è provvisoria, ben sapendo che tale termine ha acquisito sempre più il significato di provvisorietà definitiva. Se proprio si vuol rivitalizzare la struttura, ci chiediamo allora perché non ascoltare prima le esigenze di tante altre associazioni culturali storiche della città, la cui necessità di una sede è più che annosa. Invitiamo, pertanto, l’Amministrazione Comunale ad estendere provvisoriamente alle associazioni senza sede le medesime opportunità, con le medesime condizioni, gratuitamente, con il solo pagamento delle utenze”.