Roseto. Terremoto nella giunta rosetana. Questa mattina si è dimesso l’assessore alla Cultura Sabatino Di Girolamo, e le motivazioni sono tutte politiche. “Povero partito mio”, ha commentato a caldo l’ormai ex assessore raggiunto da Cityrumors.
Già capogruppo del Pd nello scorso consiglio provinciale, secondo più votato nella lista della Margherita alle passate amministrative rosetane, Di Girolamo ha comunicato stamane la sua decisione al sindaco di Roseto con una breve nota. “Non si è seguito sino all’estremo la linea politica per formare la coalizione”. Questo il senso delle poche righe che hanno ufficializzato il nervosismo dell’avvocato rosetano, da tempo critico nei confronti del Pd locale. “Non condivido la linea politica della sezione del mio partito”, ha spiegato Di Girolamo, che ha anche voluto smentire i suoi contatti con l’Api, la nuova formazione politica che a breve dovrebbe nascere a Roseto. “Sono stato sempre fedele al Pd – ha aggiunto – ma mi chiedo se c’è ancora un Pd a Roseto”.
“Non le capisco e non le condivido”, ha replicato a proposito delle dimissioni il segretario cittadino dei Democratici. “Si tratterà di spiegare bene alla cittadinanza – ha dichiarato Celestino Salvatore – come si può essere d’accordo con l’amministrazione per quattro anni e come si può cambiare idea negli ultimi venti giorni”. “Nessuno può pretendere di essere candidato come sindaco da altri – ha aggiunto – quando ci si vuole candidare bisogna avere il coraggio di metterci la faccia, e le primarie erano la migliore opportunità”.
Si infuoca dunque la battaglia al centro dello schieramento rosetano in vista delle elezioni di maggio. I bene informati danno come già alleata del Pd la formazione di Futuro e Libertà, mentre sono numerose le voci che darebbero quasi per fatta l’opa di Tommaso Ginoble sull’Udc. Un’ipotesi che viene scartata con decisione dal segretario provinciale dell’Udc Dodo Di Sabatino che parla di “voci tendenziose”. “L’alleanza a Roseto col centrodestra è stata una scelta del partito locale e sottoscritta dal provinciale – ha commentato Di Sabatino – ed è una scelta definitiva”. “Un conto è parlare di Terzo Polo – ha aggiunto – un conto è ipotizzare qualcosa di antitetico alle alleanze provinciali”, ma anche l’ipotesi Terzo Polo sarebbe da escludere qualora questo “nascesse solo per scardinare le attuali alleanze”.
Il “colpo di stato” interno all’Udc rosetana, però, sarebbe considerata un’evenienza reale. Il piano, che passerebbe attraverso contatti a livello nazionale e regionale, vedrebbe il simbolo del partito di Casini “scippato” all’attuale segreteria cittadina attraverso il pronunciamento in favore del Pd del congruo numero di tessere sottoscritte settimane addietro. Già pronta la contromossa: se il simbolo Udc dovesse legarsi al Pd, insieme al centrodestra si vedrebbe la Nuova Democrazia Cristiana, in una guerra fratricida tra scudi crociati che potrebbe avere anche ripercussioni a livello regionale.