La Federazione della Sinistra critica la scelta del massiccio sviluppo che prevede nella zona delle fornaci l’edificazione di 150 mila metri quadrati nei quali potranno entrare più di 2500 persone. “Da un lato” spiega in una nota il portavoce della Federazione Marco Borgatti “non si capisce in che modo questi nuovi centri potranno essere collegati alla Roseto attuale, vista la mancanza di collegamenti con i nuovi insediamenti, ma soprattutto il nuovo Prg passa allegramente sopra al fatto che le zone delle fornaci ancora nel 2004 erano classificate a massimo rischio idrogeologico. A nostro avviso queste zone dovrebbero essere messe in sicurezza per poi essere adibite a zone pubbliche, con attività ricreative e parchi, evitando così di congestionare ancora di più il già asfittico traffico delle vie interne”.
La Federazione della Sinistra ricorda anche che nel nuovo sviluppo deve essere riservata una quota sostanziale per l’edilizia pubblica. “Sarebbe un modo per calmierare indirettamente gli affitti di Roseto, oggi non più sopportabili soprattutto per le giovani coppie costrette ad indebitarsi con mutui decennali. Nel nuovo Piano, nonostante gli accordi elettorali da noi raggiunti cinque anni fa, la costruzione di edilizia pubblica è sostanzialmente lasciata alla buona volontà delle imprese e questo, di certo, non appartiene ad una cultura di centro sinistra”.
Tra i punti che la Sinistra solleverà nel maxi emendamento ci sarà anche la questione ex Teleco. “Il sindaco” aggiunge Borgatti “ha più volte dichiarato che mai quella zona a nord di Roseto avrebbe mutato la sua destinazione urbanistica. Ebbene, tra le note del nuovo Prg, si scopre che gli interventi sull’edificio da riqualificare, qualora comportino la dismissione delle attività esistenti, sono condizionati ad un accordo con l’amministrazione con il quale il titolare dell’attività si impegna ad assicurare l’avvio di un’analoga attività sul territorio comunale atta a garantire il numero degli occupati alla data dell’adozione del piano. Tradotto, tre ettari che diventeranno zona commerciale a ridosso del mare in cambio dello stato occupazionale ad oggi, con circa trenta operai riassorbiti. Se non si volevano fare le barricate per gli operai rosetani, si poteva però evitare il tappeto rosso agli imprenditori, almeno per una questione di stile”.