In provincia di Teramo, secondo i dati della GSE aggiornati a gennaio di quest’anno, gli impianti in esercizio ai sensi del Conto Energia, ammontano a 830 per una potenza di 19.527 kw. Un’ampia fetta di questi, fa notare Coldiretti, riguarda impianti non integrati, ossia installati a terra. Soprattutto a seguito della sfavorevole congiuntura economica che si è ripercossa inevitabilmente anche nel comparto agricolo, molte aziende stanno infatti scegliendo di affittare ad investitori non abruzzesi ampie aree rurali per l’installazione di centrali fotovoltaiche.
“La diffusione delle energie da fonti rinnovabili” sostiene Raffaello Betti, direttore della Coldiretti Teramo “rappresenta indubbiamente sia una soluzione all’esigenza di salvaguardia ambientale sia un’opportunità di sviluppo imprenditoriale anche nel comparto agricolo. Ma per essere veramente agro-energie, gli impianti dovrebbero essere gestiti da imprese agricole. Siamo favorevoli all’installazione dei pannelli fotovoltaici a terra, soprattutto quando questi producono reddito per l’impresa agricola quale attività connessa a quella primaria”.
Coldiretti, dunque, sensibilizza le Istituzioni affinché siano adottate le giuste misure normative nell’ambito di una pianificazione che integri la diffusione del fotovoltaico con la valutazione delle aree ad esso destinate con l’obiettivo finale di salvaguardarne la compatibilità con il sistema produttivo locale. Coldiretti ricorda infine che l’accesso agli incentivi statali, trascorso un anno dall’entrata in vigore del decreto legislativo sulle fonti rinnovabili approvato dall’ultimo Consiglio dei Ministri, è consentito a condizione che la potenza nominale dell’impianto non sia superiore a 1 megawatt, che il rapporto tra potenza nominale dell’impianto e la superficie del terreno nella disponibilità del proponente non sia superiore a 50 kilowatt per ogni ettaro di terreno.