L’hanno definita una sorpresa perché alla fine dello spoglio, anche se di un punto percentuale, Sabatino Di Girolamo, candidato del Partito democratico di Roseto, appoggiato da tre liste, si presenterà al ballottaggio avanti rispetto al sindaco uscente Enio Pavone.
Un punto percentuale, 35,95 contro il 34,91 per cento. Esce sconfitta Rosaria Ciancaione (29,14 per cento) che, dopo aver speso fior di decine e decine di migliaia di euro per la campagna elettorale, era convinta di essere lei ad andare al ballottaggio.
Invece, tutti i pronostici sono stati sovvertiti. 5234 le preferenze raccolte dal candidato Di Girolamo, 5082 quelle di Pavone, 4242 per Rosaria Ciancaione. Una differenza minima tra i due contendenti che si attesta sull’1,03 per cento. Il 19 giugno i rosetani dovranno scegliere tra Di Girolamo, che ha ottenuto più preferenze rispetto alle sue stesse liste, ben 1113 voti di distacco, e Pavone.
Di Girolamo è stato sempre convinto di poter andare al ballottaggio. Forse non si aspettava di andarci da trionfatore della prima tornata elettorale. “Ero convinto di andare al ballottaggio”, ha affermato Di Girolamo, “certo non mi aspettavo di andarci con questo vantaggio. Sentivo in questi mesi l’affetto della gente che sono andato ad incontrare per spiegare quale sarà il mio programma se fossi diventato sindaco”.
Se sarà eletto sindaco fra un paio di settimane rinuncerà alla sua professione di avvocato per dedicarsi completamente alla Città delle Rose. “Sì, è una eventualità che non escludo”, ha aggiunto, “questa città merita cinque anni di grandi attenzione. Ho detto ai miei concittadini di non avere alcun libro dei sogni, ma di puntare sulla manutenzione. La nostra è una città che vive di turismo, non possiamo promuovere il nostro territorio se poi si avverte uno stato di abbandono. Il mio impegno partirà proprio da un piano di manutenzione che riguardi tutta la città, frazioni ovviamente comprese”.
La sua è stata una campagna elettorale sobria, senza sfarzi e spese folli. “Sono andato in giro con la mia auto per le contrade”, ha concluso, “in un tempo di crisi come questo, con famiglie che fanno fatica, ho trovato assurdo che qualcuno potesse spendere così tanti soldi per una campagna elettorale”.
Ora si aspetta che il centro sinistra si ricompatti attorno a lui. Ma di apparentamenti non ne vuol sentire parlare. C’è invece grande amarezza tra gli sconfitti. Per adesso bocche cucite. La resa dei conti è attesa per le prossime ore.