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Tortoreto nel cuore, commissariamento: il male minore VIDEO

Tortoreto. Una deflagrazione tutta interna alla maggioranza. Una situazione di stallo amministrativo, non risolta da chi era stato indicato dagli elettori, a guidare l’amministrazione. Dimettersi in blocco? Il male minore in questa situazione.

 

E’ il momento dell’analisi, circostanziata negli scenari che si sono prodotti e negli obiettivi futuri, per il gruppo “Tortoreto nel Cuore”. L’oramai ex gruppo di minoranza al Comune di Tortoreto (con la presenza dei rispettivi segretari di partito, Stefania Barlafante per il Pd e Ermand Dovis per il Pdci), ha chiarito la propria posizione nel corso di una conferenza stampa nei locali dello chalet “Punto G”.

 

 

Crisi di maggioranza. “ In questi giorni siamo stati accusati di aver mandato a casa l’amministrazione”, sottolinea Stefania Barlafante. “ Accuse nei nostri confronti. Torno a ripetere: la crisi era tutta interna alla maggioranza e lì andava risolta. Aver protocollato le dimissioni è stato un atto valutato nel dettagli, nelle motivazioni e negli effetti. Ancora oggi non si ha la chiarezza su quali motivi, reali, siano alla base dello strappo nella maggioranza. Le parole del commissario prefettizio, al contrario, hanno sgombrato il campo da possibili catastrofi legate al commissariamento dell’Ente”.

 

 

Opposizione costruttiva. Ai consiglieri del centrosinistra non sono andate giù le critiche da parte del sindaco, che ha parlato “vana gloria” nel commentare le dimissioni e caduta dell’assise civica. “ L’accusa va rispedita al mittente”, chiosa Mauro Postuma. “ In due anni, abbiamo assolto al ruolo che ci è stato assegnato dalle urne, ossia essere forza di opposizione. Abbiamo chiesto consigli comunale su vari temi: dal depuratore, Piano regolatore e bilancio a dimostrazione che il nostro ruolo era quello di proporre soluzioni e spunti di discussione da chi era in minoranza. Votare il bilancio per senso di responsabilità? Non era un percorso condivisibile, soprattutto perché non condiviso”.

 

 

Arroganza istituzionale. Nelle parole di Flaminio Lombi, capogruppo di Tortoreto nel Cuore, emergono due aspetti salienti. L’aver disatteso da parte della maggioranza delle regole nel funzionamento dell’assise civica. “ Avevamo chiesto di ridisegnare l’assetto”, ha detto Lombi, “ per quanto riguarda il presidente del consiglio comunale e delle commissioni. La crisi, le motivazioni e le dimissioni del sindaco andavano poi discusse in consiglio comunale. Mai un percorso di questo genere è stato avviato. Anzi, ci sono state delle forzature per convocare altre sedute. Un’amministrazione nata male e finita peggio, quasi eterodiretta dall’esterno. Ancora oggi, nonostante la ridda di voci e di indiscrezioni, ancora non siamo venuti a conoscenza dei veri motivi della crisi.

 

Commissario male minore. “ Chi in campagna elettorale ha parlato di trasparenza”, ha incalzato Roberto Celi, “ è clamorosamente mancato su questo aspetto. Ad oggi non conosciamo ancora i perché della crisi. Ci hanno accusato di non aver senso di responsabilità. Appare paradossale questa cosa, quando in consiglio comunale siamo riusciti a condividere appena due regolamenti. E’ stato evocato lo spettro della stagione estiva e di provare a traghettare l’amministrazione fino a settembre. Ma con quali prospettive, con un gruppo sfilacciato.

 

Le primarie. Nelle parole dei consiglieri e dei rappresentati politici del centrosinistra, inevitabilmente, l’orizzonte è già focalizzato al futuro e alle amministrative del 2017. Il Pd andrà ad individuare il candidato sindaco con le primarie.

 

 

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