Tortoreto, bocciato il consuntivo: l’amministrazione Richi al capolinea

Tortoreto. Colpi di scena a ripetizione con un sentore che diventa realtà: l’amministrazione comunale di Tortoreto è al capolinea.

 

Senza più una reale maggioranza, e con rapporti che sembrano irrimediabilmente deteriorati, il sindaco Alessandra Richi è in procinto di confermare le proprie dimissioni, senza attendere la scadenza naturale dei 20 giorni.

L’epilogo di una crisi che si è progressivamente acuita, nonostante gli ultimi tentativi di ricomposizione, soprattutto nei rapporti in seno al gruppo uscito vittorioso dalle amministrative del 2014, viene vissuto forse nel consiglio comunale in apparenza meno insidioso.

Lo era potenzialmente meno perchè doveva approvare il bilancio consuntivo 2015. Una sorta di atto di ratifica che la maggioranza, compatta nei numeri, aveva licenziato in sede di previsione.

 

 

In consiglio, però, si consuma la fine della maggioranza, anche nei numeri. Il bilancio consuntivo non viene approvato. O meglio, il punto all’ordine del giorno viene bocciato. Il sindaco Alessandra Richi raccoglie 8 consensi, nove i voti contrari. Quelli delle opposizioni, comprensibili (5), ai quali vanno aggiunti altri 4 “no”, di parte del gruppo di “Impegno Civico”. Voti contrari al consuntivo che arrivano da Federico Di Lorenzo, e tre ex assessori: Rosita Di Mizio, Renato Chicchirichì (i due assessori rimossi) e Rosella Di Pancrazio, fino ad un mese fa assessore al bilancio della giunta Richi. Quello stesso stesso strumento finanziario che aveva gestito , in fatto di delega, fino a qualche settimana fa. Il segnale politico che si consuma in sala consiliare è dunque chiaro, netto, senza ritorno.

La maggioranza non ha più i numeri. Ballerini dallo scorso 22 di marzo, ma che ora sono lapidari.

L’esperienza della lista “Tortoreto Sempre” finisce, sul piano politico e dei numeri. Ora le cose vanno semplicemente ratificate. Il sindaco Alessandra Richi, che con estrema lucidità non ha commentato quanto accaduto in consiglio comunale, in chiusura di seduta ha sottolineato che non aspetterà la scadenza del ventesimo giorno dalle dimissioni (20 maggio), ma con ogni probabilità domani farà conoscere le sue decisioni al riguardo. Ha lasciato un margine di incertezza, almeno a parole, ma la strada è chiara: confermerà le dimissioni.

 

Il primo colpo di scena. La seduta consiliare si tiene nella sede istituzionale classica. In apertura di seduta, il primo colpo a sorpresa, figlio dei confronti che il sindaco ha avuto con il gruppo dei “dissidenti” negli ultimi giorni. Fabrizio Di Febo, che aveva firmato il documento con i sei, “torna” nel gruppo originario, quello del sindaco, che ora conta di sei fedelissimi. Il primo punto all’ordine del giorno è quello relativo al consuntivo 2015. C’è la relazione del presidente della commissione bilancio, Daniele Marconi, che snocciola i dati. Dall’avanzo di amministrazione, alla pressione fiscale invariata, al fatto di non aver fatto ricorso all’anticipazione di cassa. Considerazione che il capogruppo Massimo Tarquini sottolinea ulteriormente, sull’indice di indebitamento che, conti alla mano, è sceso in maniera progressiva negli ultimi due anni. L’opposizione (“Tortoreto nel Cuore”), per bocca del consigliere Roberto Celi analizza, in chiave critica, il bilancio (poca condivisione  e dubbi sulle minori entrate) e annuncia voto contrario. Stessa cosa per il Movimento 5 Stelle, che in apertura di seduta pone dei dubbi sulla legittimità della commissione consiliare. Eccezione che viene rigettata.

Il secondo colpo di scena. La tensione in aula cresce, quando il capogruppo di “Impegno Civico”, Rosita Di Mizio prende la parola. L’intervento, sin dalle prime battute, appare molto chiaro. Il gruppo-bis in seno alla maggioranza, pone in evidenza una serie di criticità sul bilancio. L’attacco, più o meno indiretto, è verso il sindaco Richi, che ha mantenuto la delega al personale. Il tema è la pianta organica. Sul depotenziamento del settore opere pubbliche, a quello tributi e al mancato adeguamento della pianta organica. “ Si potevano adeguare gli organici, senza ricorrere ad incarichi esterni, ed aver economie per 60mila euro”, ha sottolineato la Di Mizio, “ che potevano essere reinvestiti per ridurre la tassazione alle fasce più deboli. Si doveva e poteva fare di più”.

Il terzo colpo di scena. Prima della dichiarazione di voto, la Di Mizio ricorda uno specifico riferimento normativo per ribadire che i componenti del “suo” gruppo hanno libertà di voto: Il capogruppo vota contro. La stessa cosa fanno Chicchirichì, Di Pancrazio e Di Lorenzo. Solo Lilli Piacentini appoggia e vota a favore. Risultato: il conto consuntivo viene bocciato, solo 8 i voti a favore, 9 quelli contrari.

Il consiglio prosegue. Le opposizioni, che avrebbero dovuto discutere due interpellanze sul bilancio, abbandonano l’aula. Il resto del consiglio vota e approva l’altro punto riguardante la cessione di una porzione di strada.

Cosa succede ora. Il sindaco, senza commentare l’accaduto, ha parlato ai presenti (pubblico presente). “ Non aspetterà il ventesimo giorno per comunicare le mie determinazioni, in un senso o nell’altro. Domani (oggi, ndr) sarò a L’Aquila in occasione della visita di Renzi, per la firma del Masterplan, poi protocollerò la mia decisione. Se dovesse arrivare il commissario, come cittadina e come sindaco, fornirò la mia collaborazione affinchè siano fatte le cose necessarie per la nostra cittadina in vista della stagione estiva”. Il sindaco non ha detto espressamene cosa farà (confermerà o meno le dimissioni), ma oramai sembrano esserci pochi dubbi. Non esistono, perché la maggioranza non ha più i numeri come emerso in consiglio comunale ieri sera. A questo punto appare anche scontato prevedere che la seduta di mercoledì, sul bilancio preventivo, possa non tenersi. Ad approvare lo strumento finanziario, a meno di clamorosi colpi di scena, sarà il commissario.

 

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