Giulianova. “La duplice ‘amministrazione Mastromauro’ è da tutti (centro, sinistra, destra e, soprattutto, dai cittadini) giudicata la peggiore di ogni tempo”.
Lo hanno dichiarato i consiglieri di Linea Retta, Alberto Di Giulio e Fabrizio Retko, ricordando “i mal fatti: il Palazzo Gavioli ancora sequestrato; l’ex Tribunale in completo abbandono da anni; l’ex Ufficio del Registro bloccato dal Tribunale; la Piccola Opera in palese disfacimento; il decantato d’alfonsiano nuovo ospedale sempre più bistrattato; il piano asfalti che non parte mai, con strade impraticabili; l’inesistente servizio d’ordine nei quartieri promesso in campagna elettorale; la spiaggia per i cani che non ci sarà; la chiusura dell’Università; la chiusura della scuola di Via Lepanto per pericolo di crollo; l’incauta ed illegittima vendita della scuola elementare di Viale Orsini, per la quale pende una causa di risarcimento milionario contro il Comune; l’annunciato drastico taglio ai bisogni sociali (2 milioni di euro?); i debiti contratti per mutui milionari destinati a pagare precedenti debiti; il fallimento del CIRSU per il disinteresse dei cinque Sindaci; l’elevatissimo costo per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, rapportato a quanto oculatamente sperimentato dal Consorzio Balneatori; la vendita della Julia Servizi, le cui negative conseguenze verranno presto conosciute dai giuliesi; il mantenimento della Giulianova Patrimonio; il mercato ittico sempre in profondo rosso. L’elenco potrebbe agevolmente continuare”.
I due consiglieri però si appellano ad una particolare proposta di legge di Pino Pisicchio “un parlamentare politicamente girovago, attualmente nel Gruppo misto della Camera dei Deputati. Tra tanti demeriti, un merito deve essergli riconosciuto. Il suo concetto: se diretta e popolare è l’investitura del Sindaco, diretta e popolare potrà essere anche la sua revoca. Il fatto saliente è che ha presentato, di recente, una proposta di legge con la quale, senza attendere la fine della legislatura, potrebbero essere mandati a casa i Sindaci qualora avessero tradito il mandato, non rispettando gli impegni assunti in campagna elettorale. In termini concreti, passati 18 mesi dall’investitura e con le firme del 15% dei votanti all’ultima tornata elettorale, potrebbe essere indetto un referendum, per la cui validità non sarebbe necessario alcun quorum. Se sfiduciato, il Sindaco si intenderebbe revocato e le nuove elezioni si dovrebbero svolgere entro i tre mesi successivi. Non gioisca la maggioranza che l’appoggia, più interessata ad una logica di autoconservazione dell’assunta ed inespressiva figura di very important person di Giulianova. Complici ignavi”.
E se la recall election venisse approvata per Di Giulio e Retko sarebbe “scontato l’esito di un simile referendum nel Comune di Giulianova!”