“C’è stata un’interlocuzione con l’area moderata del Pd, si stanno avviando delle riflessioni sull’attuale situazione politica, si fanno dei ragionamenti ampi e si prova a verificare se possono esistere le condizioni per dare vita ad un nuovo progetto per la città”.
Per Dodo Di Sabatino, leader del gruppo civico “Teramo soprattutto” ed ex Udc, i contatti avuti nei giorni scorsi con alcuni rappresentanti del Pd teramano e i rumors che lo vedrebbero come possibile candidato sindaco per le prossime elezioni appoggiato dal centrosinistra, rientrano nelle normali attività politiche cittadine e si stupisce per lo “scalpore” suscitato in qualcuno.
“Si tratta di una normale interlocuzione con alcuni rappresentanti dell’area moderata e anomalo sarebbe se così non fosse”, continua il consigliere, “ma prendo atto che qualcuno, forse fuori dal tempo, consideri questa cosa inconsueta. Basti pensare al percorso nazionale avviato da Renzi per capire che se non si punta ad un dialogo inclusivo vuol dire che ci si è persi un’era”.
Perché a dire dell’ex vice sindaco, nonché ad uno dei consiglieri che con le sue esternazioni ha fatto traballare il Brucchi bis rifiutando anche un posto in giunta alla vigilia del “finto” rimpasto, c’è una città da rilanciare e, per fare ciò, è necessario che ci sia ampia convergenza e si guardi prima di tutto ai progetti più che alle persone, in modo da riavvicinare tutti quegli elettori che nell’ultima tornata elettorale hanno scelto di restare a casa. E l’incontro con il Pd ha avuto il merito di far conoscere a Di Sabatino un “partito vivo, una galassia poco nota e tante intelligenze”, dando il via ad un dialogo che può superare le divisioni e creare un’alternativa moderata, per tutti coloro che si sentono orfani dell’idea politica centrista.
“Questa attenzione e queste critiche mi fanno pensare che qualcosa si muove”, continua Di Sabatino, ritenendo tuttavia auspicabile un dialogo aperto anche con il centrodestra e in particolare con Paolo Gatti da molti considerato il suo “nemico” storico, “per questo riteniamo fondamentale creare quanta più possibile aggregazione attorno ad un progetto di centro, che tenda ad includere e non ad escludere, nel solco della tradizione cattolico-liberale. Per recuperare quel 30% circa di astensionismo abbiamo bisogno di progetti che avvicinino la gente, perché solo stando insieme possiamo ottenere risultati utili per la città”.
Ma chi aspetta un gesto forte, come ad esempio lo stacco della spina all’attuale amministrazione comunale, resterà deluso. “Non si tratta di un problema di investitura”, assicura Di Sabatino che invece sottolinea come ci sia la “necessità di creare un progetto di rinnovamento serio e ambizioso che metta insieme le forze moderate della città in una grande coesione”.
“Bisognerebbe recuperare un po’ di buon senso, di pudore e di autovalutazione”, continua il consigliere che ha annunciato una serie di prossimi incontri con la città per avere l’occasione di creare dei momenti di riflessione e di discussione.