Atri. “Doveva arrivare la Santa Pasqua per ritornare a sentire l’Assessore allo Sport (ndr, Umberto Italiani) parlare dell’imbarazzante problematica del Centro Turistico Integrato”.
Secondo Atri non si tocca “il risultato è che il progetto è miseramente fallito, e le strutture pubbliche sono ancora chiuse (il PalaAlessandrini riaprirà forse, ma in tutti questi anni in cui è stato chiuso a cosa pensavate?). Come è possibile che tutte le forze politiche, nel momento in cui uscì il bando per l’affidamento del C.T.I., preventivarono la fine imminente di questo progetto e le difficoltà conseguenti che avrebbero incontrato le associazioni sportive. Come è possibile che proprio la nostra giunta, cioè la guida politica della nostra città che viene retribuita con soldi pubblici, a differenza di tutti noi altri non si fosse accorta che questo progetto non avesse alcun futuro? Quando succede questo allora si deve avere l’umiltà e la serietà di fare un passo indietro e per rispetto della cittadinanza si cambia ad Atri invece succede l’opposto e se un politico (retribuito con soldi pubblici) sbaglia si permette anche di attaccare chi consente lo sviluppo sano dei giovani. Non scherziamo ora basta, basta veramente. Atri ha bisogno di nuova linfa, Atri ha bisogno di nuove idee, Atri ha bisogno di una politica coraggiosa e competente che non si limiti solo a fare il conteggio dei voti (ma quali voti poi?) perché Atri sta decadendo così facendo. In questi anni per lo sport si sono persi importanti finanziamenti, non si è intervenuto sulle strutture esistenti, le opere da realizzare nel C.T.I. annunciate pubblicamente sui quotidiani dall’assessore Italiani all’epoca del bando non le ha viste nessuno. Non si è intervenuti sull’efficientamento energetico degli impianti per risparmiare, in otto anni di mandato non si è riusciti neanche a rimettere un palo dell’illuminazione del campo sportivo, si gioca in deroga in quasi tutti gli impianti sportivi. Basta? O si vuole perdere ancora tempo? Chi dimostrerà il coraggio di cambiare vorrà veramente una città migliore, chi penserà solo a contare i voti per assicurare il proprio futuro politico non vorrà mai una città migliore”.
Il Movimento vuole una “città diversa”, cioè “una città migliore” anche nello sport.