La delegazione teramana infatti, guidata da Matteo Sabini in assenza per motivi di lavoro dell’attuale segretario provinciale Valerio Del Papa, ha partecipato ai lavori congressuali, tenutisi a L’Aquila sabato 5 marzo, per esprimere le motivazioni della propria posizione e, al momento del voto, ha abbandonato la sala.
“Siamo tutti d’accordo sul fatto che serva una organizzazione forte, coesa e unita – ha spiegato Matteo Sabini – che sia in grado, già nei prossimi mesi, di stimolare il governo regionale e il Partito Democratico sui temi che più rappresentano le istanze della nostra generazione. Non condividiamo, però, la conclusione di questo ragionamento, ovvero che la figura politica di Mirko Frattarelli, commissario uscente dei GD nell’ultimo anno, sia la più adeguata a portarlo avanti. Nei mesi passati, pochi si sono accorti del lavoro portato avanti a livello regionale dalla nostra organizzazione, il che pone perplessità per il futuro: oltre a due iniziative e ad una assemblea degli iscritti in occasione della chiusura del tesseramento, siamo rimasti completamente fermi senza alcuna minima iniziativa politica. Di fatti in questi mesi di commissariamento ci aspettavamo quantomeno uno stimolo alla discussione, un viatico al metodo di lavoro che il nuovo segretario vorrebbe avere: oggi, invece, abbiamo svolto il congresso senza neppure un documento congressuale che tracciasse il percorso , aspetto gravissimo che contraddice gli obiettivi di cui si è parlato durante la discussione. Così come è difficile capire in che modo i GD possano aprirsi all’esterno se nel giorno del congresso, massimo momento programmatico e di dibattito, non sono state nemmeno invitate le associazioni, ad esempio quelle universitarie, che pure vedono la partecipazione di molti nostri Giovani Democratici, con le quali maggiormente dovremmo avere un dialogo”.
Come segno di apertura i delegati teramani hanno deciso di votare il presidente dell’assemblea, individuato nella persona di Alessio Di Lanzo, sperando che tramite la sua azione, in futuro, si possa ricucire lo strappo odierno. D’altronde, le trattative per arrivare ad una soluzione unitaria sono continuate sino al momento del voto proponendo nomi terzi di comprovata bravura e chiedendo di scrivere insieme le basi programmatiche.
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“Per il bene dell’organizzazione e per garantire un clima sereno ai ragazzi più giovani – continua Matteo Sabini – abbiamo provato sino all’ultimo a mediare su una soluzione condivisa, chiedendo un passo indietro a Mirko motivandolo con le argomentazioni politiche già ricordate e altre ancora. Abbiamo chiesto un gesto di responsabilità che non c’è stato. Auguri: ne avrà bisogno, dato che il suo mandato comincia con un importante elemento di debolezza. La nostra attività continuerà sul territorio teramano, come abbiamo sempre fatto in questi anni”.