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Provincia Teramo, settori tecnici senza dirigenti. Ma non è l’effetto della verifica ministeriale

Teramo. Non è l’effetto del rapporto dell’ispettore ministeriale né la ventilata riorganizzazione della struttura amministrativa provinciale, ma più semplicemente un altro pensionamento. La struttura tecnica della Provincia di Teramo, infatti, si va lentamente svuotando delle guide dei settori più strategici.

 

Dopo il pensionamento dell’architetto Francesco Antonelli, in quiescenza dal 1 aprile, e il trasferimento di Nadia Carletti alla Questura di L’Aquila, i settori urbanistico e caccia e pesca – polizia provinciale erano stati momentaneamente affidati a due dirigenti già in servizio nell’Ente: l’Ing. Di Giovannantonio, dirigente dell’edilizia, e l’Ing. Di Sanza, dirigente dell’ambiente. Ma il primo agosto l’Ing. Domenico Di Giovannantonio ha lasciato l’Ente, sempre per pensionamento, e l’Ing. Ferdinando Di Sanza lo seguirà il primo di settembre, mentre l’Ing. Agreppino Valente, unico tecnico che rimarrà in posizione apicale, arriverà in età di pensione nei primi mesi del 2011. E’ l’occasione buona per attuare la promessa riorganizzazione dei servizi della Provincia di Teramo? L’indecisione della Giunta non sembra far sperare nulla di tutto ciò. A cinque mesi dell’abbandono di Antonelli non si è messo mano a nessun atto propedeutico alla riorganizzazione di servizi strategici per l’ente, mentre i numerosi settori amministrativi sono diretti da dirigenti giovani che sarà difficile ricollocare, soprattutto alla guida di settori specialistici, quali per esempio quelli che si occupano di urbanistica, edilizia, viabilità. Intanto i dipendenti provinciali tengono a precisare che, nelle presunte irregolarità riscontrate, la maggioranza dei lavoratori della provincia non c’entra nulla. “La maggior parte di noi dipendenti ha stipendi che vanno dai 1.000 ai 1.300 euro al mese – ha dichiarato un impiegato che vuole rimanere anonimo – con premi di produttività che, negli ultimi anni, si sono attestati su una media di 500/600 euro lordi l’anno. Da tempo, anche attraverso le rappresentanze sindacali unitarie dell’ente, lamentavamo trattamenti di favore per un ristretto numero di colleghi, ma le nostre proteste sono rimaste inascoltate.” “La beffa – continua il dipendente provinciale – è che gli stessi personaggi che godevano dei favori della vecchia giunta sono rimasti nelle stesse posizioni, e con gli stessi stipendi ed incentivi, anche con il nuovo assetto politico amministrativo. Speriamo che il rapporto ministeriale apra gli occhi ai nuovi amministratori e vengano, presto, valorizzate le figure realmente produttive all’interno dell’Ente”.