Sant’Omero. “L’intervento in commissione del sindaco-medico Maurizio Brucchi ha confermato due aspetti di fondo, che il Pd ripete da tempo: la provincia di Teramo non è affatto privilegiata dal piano di riordino degli ospedali e per quanto concerne la privatizzazione dell’ospedale di Sant’Omero, il presidente chiodi ha il benestare di Brucchi e Pompizi”.
E’ netto, e teso ad evidenziarne le contraddizioni, il giudizio che i consiglieri regionali del Pd (Claudio Ruffini e Giuseppe Di Luca) danno relativamente all’audizione in commissione di Maurizio Brucchi, in qualità di presidente del comitato ristretto dei sindaci. Secondo i due esponenti del Pd, Brucchi, con il suo intervento, ha messo nudo le responsabilità del presidente Chiodi e dell’assessore Venturoni sul riordino della sanità nel teramano, senza però dire nulla sulla scelta strategicamente più significativa: la privatizzazione di Sant’Omero.
“Mentre dalle sue parole è emerso che la provincia di Teramo ha meno risorse in base alla quota pro-capite della popolazione, nulla si è detto sulla privatizzazione del presidio vibratiano. Perché? Brucchi ha dato il suo assenso a Chiodi su Sant’Omero? Ed in qualità di presidente del comitato ristretto rappresenta anche le posizioni del sindaco di Sant’Omero Pompizi? ” chiede Di Luca.
Per i consiglieri regionali del Pd questo Piano Operativo non fa una scelta concreta e non assegna agli ospedali di periferia una loro mission. Con i tagli e le difficoltà oggettive come poco personale e nessun investimento tecnologico presto si arriverà ad una loro agonia preambolo, di una chiusura annunciata. Per salvare i piccoli presidi Chiodi e Venturoni devono calare sul territorio un progetto di sviluppo che assegni loro almeno una specializzazione. Senza un ruolo, questi ospedali produrranno solo insicurezza nel cittadino e faranno lievitare la mobilità passiva. La mancanza di personale medico e paramedico rende in alcuni reparti e servizi persino difficile coprire i turni. Tutto questo si traduce in una riduzione della qualità dei servizi resi ai cittadini, che stanno progressivamente perdendo fiducia in strutture che fino a poco tempo fa erano considerate punti d’eccellenza nella sanità abruzzese. Nemmeno per l’eccellenze dell’ospedale di Teramo città, ad esempio il dipartimento cardio-chirurgico, Venturoni le sostiene, anzi ne mette a rischio l’elevata qualità raggiunta grazie allo spirito di abnegazione degli stessi medici.