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Teramo Ambiente, Di Giovanni (IdV) chiede trasparenza

Teramo. Perché Faggiano ha rassegnato le dimissioni? Perché la manutenzione dei mezzi TeAm è stata affidata a ditte esterne? Sono questi gli interrogativi che Marco Di Giovanni, segretario comunale dell’Italia dei Valori, rivolge direttamente al primo cittadino Maurizio Brucchi, dopo le ultime vicende che hanno visto un avvicendamento ai vertici della Teramo Ambiente, azienda che si occupa, tra le altre cose, di smaltimento dei rifiuti.

Solo due giorni fa, infatti, è stata resa nota la notizia relativa alle dimissioni di Giovanni Faggiano, che lasciava il posto di amministratore delegato a Stefano Gavioli, presidente di Enerambiente SpA (socio privato TeAm).

Quali sono le motivazioni di tale avvicendamento?” si chiede Di Giovanni. “E per quale motivo la manutenzione dei mezzi non è stata affidata a ditte locali, ma extra-regionali?”.

Il segretario comunale cita poi un’interrogazione parlamentare presentata dall’onorevole Daniele Toto (Pdl) il 27 maggio scorso, il quale ripercorre le vicende della TeAm, la composizione societaria, la liquidazione della Slia Technologies, le cui quote sono state poi rilevate da Enerambiente Sps, che faceva capo ad una società svizzera (la Ecomanagement), il coinvolgimento di Faggiano nella cosiddetta “tangentopoli brindisina” (inchiesta condotta dalla procura di Brindisi che ha portato all’arresto dell’allora sindaco della città pugliese ed alla condanna a un anno e quattro mesi, per favoreggiamento, dello stesso Faggiano). Toto parla anche delle diverse inchieste che vedono coinvolta la Enerambiente in uno strano intreccio di camorra e rifiuti, chiedendo infine, l’eventuale “adozione di un provvedimento prefettizio inibitorio antimafia nei confronti di Enerambiente Spa”.

“Chiediamo al sindaco di chiarire pubblicamente il senso di una tale interrogazione, dal contenuto inquietante” prosegue Di Giovanni. “Chiediamo risposte, senza continuare in maniera prevenuta a mistificare la realtà, accusando l’idv di essere il partito del no. Vogliamo rendere il palazzo di città trasparente, vogliamo risposte certe e celeri nell’interesse dei teramani. Il silenzio di questa amministrazione ci lascia senza fiato, siamo seriamente preoccupati per le sorti della TeAm, dei dipendenti e dei cittadini”.