Discarica Grasciano, Di Croce (IdV) attacca Valter Catarra

valter catarraGrasciano. Una finta “amnesia” che avrebbe permesso a Valter Catarra di pronunciarsi a favore della discarica di Grasciano. È l’opinione di Alberto Di Croce, esponente IdV di Teramo, in merito alle ultime vicende che hanno visto al centro dell’attenzione il presidente della Provincia teramana.

Stando a quanto riferito dal politico, “ormai da diversi mesi, con fare per qualcuno assillante, interroghiamo il presidente/sindaco Catarra chiedendo un suo autorevole parere sulle discariche che stanno invadendo il territorio della provincia di Teramo. Il silenzio più assordante!”.

Silenzio che, però, Catarra avrebbe dovuto rompere dopo la richiesta avanzata dai consiglieri di opposizione del Comune di Notaresco, che avrebbero “obbligato” Catarra ad inserire l’argomento all’ordine del giorno del Consiglio comunale. Ed è a questo punto che Di Croce attacca l’atteggiamento del sindaco di Notaresco. “Catarra tira fuori il classico coniglio dall’ancora più classico cilindro e cosa fa? Convoca l’assise comunale per la mattina di venerdì, alle 8,30. Possiamo immaginare che i cittadini, i quali magari avrebbero voluto partecipare e dire la loro, saranno quanto meno impossibilitati a farlo per svariate ragioni: il lavoro, la scuola, la famiglia. In altri tempi, per la precisione nel corso della campagna elettorale, il nostro presidente/sindaco avrebbe portato la gente in taxi, a proprie spese, per farla protestare contro la discarica”.

Di Croce paragona ironicamente il sindaco ad Alberto Sordi, quando, in un celebre film, perse “opportunamente” la memoria. Allo stesso modo, anche Catarra avrebbe dimenticato, secondo il politico, “dopo essersi seduto sull’agognata poltrona, le sue dichiarazioni contro la discarica o le discariche. La sua finta amnesia, insieme alla sua vera faccia tosta, fanno sì che si pronunci a favore della nuova discarica di Grasciano, in grado contenere “appena” un milione di metri cubi di monnezza… però, come si sa, pecunia non olet, i soldi non puzzano, il pattume sì”.

 

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