Martinsicuro, Piano casa: polemiche in consiglio. La norma non viene approvata

piano_casa01gMartinsicuro. Sul Piano casa si accende la bagarre in aula e tra ventilate ipotesi di mandare tutti gli atti alla procura (soluzione questa prospettata dallo stesso sindaco), la delibera viene ritirata e sarà oggetto di nuovi approfondimenti prima della sua approvazione

. E’ stato un passaggio consiliare sofferto, a tratti anche oggetto di feroci contestazioni, quello relativo al recepimento da parte dell’amministrazione comunale di Martinsicuro del cosiddetto Piano casa, ossia la legge regionale in materia urbanistica che consente l’aumento delle cubature degli edifici (del 20% fino a 200 metri cubi e del 35% dell’ampliamento degli immobili nel caso di demolizione e ricostruzione, mentre questa percentuale può essere sommato un ulteriore 30% della superficie utile dell’edificio da demolire, nel caso in cui l’intervento preveda la ricostruzione in altre aree del territorio comunale e la cessione del terreno al Comune). La proposta di delibera portata in discussione nell’assise civica, secondo l’amministrazione di centrodestra, presenta due finalità: consentire ai cittadini di effettuare interventi edilizie e di ampliare le proprie abitazioni e contestualmente consentire all’ente di acquisire aree da destinare al patrimonio pubblico sulle quali realizzare delle opere. L’ente ha individuato tre ambiti sui quali intervenire: l’isolato tra le vie Michetti, Roma e Paolucci, e su cui il Comune vorrebbe intervenire con opere di urbanizzazione primaria (dove insistono edifici fatiscenti ed anche inutilizzati); l’edificio e l’area tra via Parini e via Roma, che una volta abbattuto, permetterebbe di congiungere le due vie, separate appunto da questo l’immobile; l’edificio compreso tra l’angolo di via Bolzano e la Statale16, di ostacolo all’ampliamento della strada che si dovrà effettuare con la realizzazione del sottopasso di via Colombo. I contrasti in aula, però, si sono accesi soprattutto sui criteri introdotti per il primo ambito (la cosiddetta zona A) e in particolar modo sulle procedure per poter acquisire le aree derivanti dalla demolizione di un singolo edificio, clausola questa che le opposizioni hanno contestato, perché non ipotizzata nella propedeutica commissione consiliare. Le minoranza (Città attiva, Pd e An) hanno comunque contestato l’impianto delle delibera, perché i criteri introdotti avrebbero favorito alcuni privati. La discussione si è scaldata e tra un’accusa e l’altra, alla fine, si è deciso di congelare il tutto, rinviare il recepimento della norma regionale e approfondire meglio la materia.

 

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