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Teramo, il bilancio di un anno di attività del M5S: proposte, denunce e poche risposte dall’ammininstrazione

Ad un anno dalle elezioni che hanno portato il Movimento 5 Stelle ad occupare un posto nel consiglio comunale teramano, è stato fatto questa mattina un primo bilancio dell’attività svolta. Partendo dall’analisi della situazione attuale, che vede una maggioranza reggersi con difficoltà ancora a galla, nonostante sia in atto una “squallida guerra tra le fazioni politiche con l’unico scopo di acquisire potere e poltrone”, il consigliere Fabio Berardini ha voluto ripercorrere le tappre principali di quanto promosso dal movimento.

Delle 18 proposte tra mozioni e ordini del giorno, presentate dai 5 Stelle, solo una è stata approvata, ovvero quella della modifica dell’uso del bike-sharing, che tuttavia non ha mai trovato applicazione visto che non è mai stata fatta la necessaria delibera di giunta. Per le altre, dal progetto del decoro urbano ai romborsi alle famiglie per la mancata erogazione del servizio scuolabus, dal taglio del 20% alla tariffa sui rifiuti, grazie anche alla costituzione di isole ecologiche funzionanti nelle frazioni, al baratto amministrativo e all’assegno civico, il Moviemento 5 Stelle ha incassato solo bocciarure, senza ricevere in cambio neanche una spiegazione.

“Le nostre proposte”, ha ribadito Bernardini, “erano quasi tutte a costo zero per l’amministrazione o avevano indicata la necessaria copertura finanziaria. Inoltre per molte di esse di non secondaria importanza era il risvolto sociale, con la possibilità di far svolgere lavori socialmente utili a cittadini in difficoltà con in cambio un piccolo stipendio o sgravi sulle tasse. Ma nonostante questo, nessuna proposta ha trovato apertura da parte di questa amministrazione che non ha saputo neanche fornire delle valide motivazioni”.

Per il consigliere pentastellato, inoltre, appare fuori luogo continuare a mantenere in vita nove assessorati e, in vista dell’approvazione del bilancio di previsione, ribadisce la necessità di un taglio del numero degli assessori e dei loro stipendi, in modo da poter liberare risorse da destinare alle reali esigenze dei cittadini, come ad esempio quella del rifacimento dei manti stradali più rovinati.

“Non è vero che i soldi non ci sono”, aggiunge Berardini, chiedendo all’amministrazione in che modo intenda destinare i fondi recuperati dai canoni del metanodotto, dalla curatela fallimentare per la zona ex Villeroy, i risparmi sui prepensionamenti e la rigonoziazione dei mutui con la Cassa Depositi e Prestiti.

“Chiediamo a questa amministrazione di mostrare buon senso, conclude Berardini, “per poter vivere in una città migliore, una città che, evidentemente, non hanno intenzione di costruire”.