La richiesta si concentra sui prezzi di vendita degli immobili del project financing legato alla costruzione del nuovo teatro. Il timore dell’IdV è, infatti, quello della speculazione edilizia, che potrebbe concretizzarsi se i prezzi in questione superassero quanto scritto nel piano finanziario.
“Si tratta di un project financing ad esclusivo vantaggio del privato” spiega in merito Siriano Cordoni, “pertanto chiediamo almeno questa sicurezza. E, se non c’è dietro speculazione edilizia, non vedo perché il nostro ordine del giorno non debba essere votato all’unanimità”.
Nel frattempo, l’Italia dei Valori si sta anche muovendo perché i teramani vengano informati nei particolari sulla realizzazione del nuovo teatro comunale, rendendo noto di cosa si tratta e quali costi comporterà per l’intera città. Proprio per domani sera è, infatti, in programma un appuntamento presso la sala della Fratellanza Artigiana di via del Baluardo. L’appuntamento è aperto a tutti i cittadini e consisterà nella proiezione di un video esplicativo in merito.
Come sottolineato dallo stesso Cordoni, il sindaco di Teramo non si sarebbe, infatti, impegnato nell’incontrare la cittadinanza per esemplificare un argomento ai più sconosciuto. “Nessuno sa, ad esempio” spiega l’esponenete IdV, “che ci sono forti interferenze dell’area sottostante del parcheggio del progetto con la zona della Casa dello Sport”. L’area in questione sarebbe stata, infatti, donata nel 1930 con vincolo perenne di destinarla ad esclusivo uso sportivo. “Se, però” aggiunge Cordoni, “si costruisce un parcheggio che sfora e rompe, dunque, il vincolo in questione, gli eredi potrebbero richiedere indietro la zona della Casa dello Sport. Senza contare il fatto che la stessa struttura costruita risulterebbe, in questo modo, in parte abusiva”.
A questo genere di informazioni si aggiungono, poi, i costi dello stesso project financing, che l’Italia dei Valori ha deciso di rendere noti nei particolari. Stando a quanto scritto nel piano finanziario, i ricavi delle vendite degli immobili ammonterebbero, infatti, a circa 51 milioni di euro. “Una cifra importante” spiega ancora Siriano Cordoni, “la cui controparte, però, non è altrettanto consistente. A fronte dei 51 milioni, infatti, Teramo ottiene un teatro di soli 5 milioni di euro”.
Una spesa, per l’IdV, che comunque il capoluogo poteva evitare, vendendo più semplicemente il teatro già esistente per costruirne un altro senza, però, “cementificare” il centro storico.
“Anche noi vogliamo un teatro” puntualizzano gli esponenti del gruppo consiliare, “ma non crediamo fossero necessarie così tante aree. Così come non capiamo perché il sindaco abbia accelerato i tempi. Se i cittadini chiedono un referendum, essi vanno rispettati. Più volte Brucchi ci ha detto di essere l’uomo che comanda. Sarebbe preferibile un sindaco che governa”.