Tortoreto, ceduta l’area della chiesa

mariaassuntaTortoreto. Il Comune cede alla parrocchia l’area dove è stata realizzata la chiesa di Santa Maria Assunta. Si chiude, con l’approvazione di uno specifico schema di convenzione, la vicenda relativa alla cessione alla parrocchia dell’area (quasi 4mila metri quadrati), dove insiste il luogo di culto.

L’operazione, da un punto di vista formale, sarà perfezionata questa sera in consiglio comunale, ma è il frutto di una lunga trattativa tra l’ente e la curia per la definizione di una serie di aspetti di natura burocratica, che prevedono poi la possibilità per la parrocchia di assolvere ad una serie di incombenze e di completare la sistemazione esterna degli accessi alla stessa chiesa. L’accordo tra l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Gino Monti e la parrocchia trova giustificazione in una legge regionale (la cosiddetta disciplina urbanistica dei servizi religiosi), fattispecie che prevede la possibilità di devolvere, ai servizi religiosi, il 10% degli oneri di urbanizzazione secondaria che vengono incassati dai comuni. La legge, infatti, prevede contributi di questo tipo per tutta una serie di lavori e di ristrutturazione per i luoghi di culto, che naturalmente, vanno giustificati con fatture. La quota che il Comune di Tortoreto, in linea teorica, avrebbe dovuto accantonare e poi versare alle parrocchie e alle istituzioni religiose in genere, dal 1988 in poi, è pari a 207 mila euro (che poi è il calcolo che è stato allegato allo schema di convenzione). La cifra in questione servirà per definire le cessione, a titolo oneroso, del terreno alla parrocchia del Sacro Cuore, che poi potrà da un punto di vista formale diventare proprietaria di tutto. L’accordo che questa sera sarà discusso in consiglio comunale chiuderà ogni carico pendente fino al 31 dicembre del 2009. Da gennaio 2010, in poi, la stessa percentuale di oneri di urbanizzazione secondaria, annualmente incassati dall’ente, dovranno in linea teorica essere accantonati nella tesoreria comunale e versati nell’ipotesi in cui la chiesa cattolica o comunque qualsiasi istituzione religiosa presente sul territorio, ne faccia richiesta sulla base di quello che prevede la legge regionale in materia.

 

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