Botta e risposta a suon di documenti tra il sindaco di Teramo e il gruppo consiliare del Pd in relazione alla questione della Teramo Ambiente. Dopo le accuse lanciate ieri dai rappresentanti comunali del Partito Democratico che accusavano Maurizio Brucchi di essere stato la causa dell’aumento dei costi del servizio di raccolta rifiuti e del licenziamento di 40 dipendenti per via delle sue “scelte politiche”, oggi il sindaco risponde con carte alla mano.
Per i gruppi consiliari del Pd e di Teramo Cambia, infatti, era stata proprio la decisione di Brucchi di fare un affidamento diretto alla TeAm per lo svolgimento dei servizi strumentali a consentire alla società partecipata di aumentare, senza alcun controllo, il costo della tariffa, arrivata a sforare i 12 milioni di euro. Ma il primo cittadino teramano risponde che anche nel 2001, con l’allora Giunta Sperandio, si fece un affidamento diretto che assegnava il servizio alla TeAm per nove anni, per cui chiunque andrà a verificare l’operato della sua Giunta non potrà non tenere conto anche di questo precedente. Inoltre sulla questione dell’Antitrust che secondo il Pd aveva dichiarato illeggittimo l’atto di Brucchi, il sindaco ribadisce che l’autorità garante ha archiviato il ricorso, senza attuare alcun genere di procedura.
Infine sulla questione dell’incompatibilità e del conflitto di interesse, vista la presenza della consorte del sindaco negli uffici dei servizi cimiteriali della TeAm, Brucchi ha invitato l’opposizione ad informarsi meglio, visto che la moglie non può essere considerata una “parente o affine fino al quarto grado”, come prevede il Tuel.