Arrogante. E’ stato definito così il comportamento del sindaco di Teramo Maurizio Brucchi da Gianguido D’Alberto che, insieme ai rappresentanti dei gruppi consiliari del Pd e di Teramo cambia, ha espresso questa mattina in una conferenza stampa tutto il proprio disappunto per l’atteggiamento mostrato dal primo cittadino durante l’ultimo consiglio comunale di martedì scorso.
“Per l’ennesima volta”, ha detto D’Alberto, “abbiamo constatato la mancata unitarietà della maggioranza che è priva di un progetto per la città e anzi dimostra una schizzofrenia amministrativa”.
Il riferimento è ai due punti all’ordine del giorno che molto hanno fatto discutere il Consiglio e che hanno portato poi la minoranza ad uscire fuori dall’aula per protesta, ovvero la questione del piano operativo della partecipate e l’esternalizzazione dei nidi. Sul primo punto inevitabile il riferimento alla TeAm sulla quale è stato eccepito il conflitto di interesse per Brucchi. E proprio per questo è stata annunciata la presentazione di una controrelazione alla Corte dei Conti per “ovviare alla mancanza di informazioni della relazione di Brucchi nella quale non ci sono parametri di riferimento e diversi aspetti sono lacunosi”.
“Il sindaco”, spiega D’Alberto, “ha voluto a tutti costi portare avanti una delibera sulla quale pesa il dubbio dell’illegittimità. Lo scorporo dei servizi della TeAm, infatti, riguarderebbe solo la pulizia degli immobili e i servizi museali, lasciando fuori la verifica degli impianti termici, la segnaletica stradale e i servizi cimiteriali. Una delibera, quindi,che ha un impatto diretto sulle scelte da effettuare da parte dell’amministrazione e la presenza della sua consorte in uno di questi servizi appare palesemente in conflitto”.
D’Alberto, inoltre, ha ricordato come già nel 2011 l’Antitrust avesse segnalato al sindaco l’illegittimità dell’affidamento diretto del servizio che, secondo il consigliere comunale, ha causato l’incremento dei costi fissi per la TeAm con l’inevitabile appesantimento di circa il 60% della tariffa sui rifiuti sulle spalle dei cittadini.
Anche la consigliera Manola Di Pasquale non usa mezzi termini nel sottolineare come l’attuale situazione sia il frutto di una precisa scelta politica. “La TeAm era stata creata proprio per stabilizzare gli appaltisti che si occupavano dei servizi strumentali e la sua trasformazione, che ha portato all’aumento del costo dei servizi e alla scelta di lasciare a casa 40 persone, è stato solo una scelta politica fatta negli anni precedenti. Non vogliamo esprimere nessun giudizio personale ma è chiaro che la scelta del sindaco è condizionata. Inoltre riteniamo che si debba partire dai servizi per poi dire, di conseguenza, cosa si vuole fare della TeAm e non il contrario e contestiamo anche il fatto che finora nulla sia stato fatto per attivare il bando nonostante si conoscessero bene i termini di scadenza”.