Pescara. Ritorna in auge la polemica sulla lenta burocrazia per l’approvazione del nuovo piano regolatore portuale. Il comandante della Direzione marittima Pozzolano ribadisce che il dragaggio non basta a salvare il porto dall’insabbiamento. Pd e Sel fanno eco: “Soluzioni a lungo termine per non ripetere l’emergenza”.
Un convegno tenuto ieri in Provincia sulle tematiche del fiume e del porto hanno riportato al centro della polemica la questione dell’insabbiamento del porto di Pescara e la troppo lenta procedura burocratica per giungere all’approvazione del nuovo piano regolatore portuale. E’ stato il comandante della direzione marittima Luciano Pozzolano, spalleggiato da alcuni docenti di geologia e idrogeologia dell’università d’Annunzio, a ribadire che non basta il dragaggio di 250mila metri cubi, ancora in corso dopo anni di emergenza, a risolvere definitivamente il problema dell’insabbiamento dello scalo portuale. Statisticamente, il fiume porta con se 50mila metri cubi di detriti all’anno; dunque, in breve, senza interventi costanti e ordinari, il canale e la darsena sarà nuovamente con il fondale all’osso e saranno vanificati gli effetti di uno scavo costato più di dieci milioni di euro.
Le reazioni, fatte proprie dalla politica, non sono tardate. Il vice capogruppo Pd in consiglio comunale Enzo Del Vecchio picca il sindaco Mascia sul Prp e sulla mancata pressione verso la Regione Abruzzo: gli ultimi, lunghi, mesi hanno visto l’ente regionale far avanzare con poca solerzia la valutazione ambientale strategica, tra la ricezione di osservazioni al progetto e i più tipici ingolfamenti burocratici. “E’ andato in onda”, afferma Del Vecchio, “uno scandaloso gioco di rimpallo della struttura regionale su chi doveva firmare l’atto finale del Prp per consentire il prosieguo dell’iter amministrativo nelle stanze ministeriali che è culminato, per il superamento di ogni ignavia regionale, nella richiesta al Comune di una presa d’atto del procedimento”. Quella presa d’atto è avvenuta, a firma del dirigente comunale Fabrizio Trisi, l’1 agosto scorso: 3 mesi ma ancora nessuna novità. Oltre ad accusare la Regione di lassismo, Del Vecchio incalza il primo cittadino: “non ha trovato il tempo di fare qualche centinaio di metri per recarsi nella sede della Regione in Viale Bovio per chiedere che fine avesse fatto quel Piano Regolatore Portuale che è l’embrione di qualsiasi ipotesi di lavoro che possa rappresentare il risveglio del porto di Pescara”. Alla svolta mancherebbe l’approvazione degli uffici tecnici regionali: “Non rimane”, ironizza il consigliere Pd, “che sperare nella buona luna di quel dirigente regionale che deve dare il definitivo visto per consentire al Porto di Pescara di riprendersi quella funzione e quel ruolo che incompetenti mani umane gli hanno tolto”.
MELILLA INTERROGA IL MINISTRO: CONVOCHI GOIO E CHIODI
Sul piano parlamentare si muove, invece, il deputato Sel Gianni Melilla che, inviando un’interrogazione, ha chiesto al ministro dell’Ambiente Orlando di convocare “il commissario straordinario al Fiume Pescara ,la Regione Abruzzo, gli enti locali e le parti sociali per studiare soluzioni volte al superamento del problema dell’insabbiamento dell’alveo del fiume Pescara ed evitare il ripetersi dell’emergenza”.