Pescara, stangata Imu: marcia indietro sull’aliquota rialzata ai commercianti

consiglioPescara. Una rapida marcia indietro e l’aliquota Imu per negozi e officine ritorna al 7,6 per mille. Con l’indignazione delle associazioni di categoria nelle orecchie, il Consiglio comunale ha emendato il regolamento approvato solo ieri che fissava l’imposta per commercianti e artigiani all’8,6 per mille.

L’aliquota Imu inerente gli immobili strumentali utilizzati per attività d’impresa, ovvero i negozi e gli artigiani, sarà riportata al 7,6 per mille con un emendamento presentato in mattinata in Consiglio comunale e che verrà approvato con il bilancio. Solo ieri, però, l’aula aveva fissato l’aliquota rialzata di un punto, scatenando le ire di Confesercenti, Confcommercio e Cna. La querelle era sorta anche all’interno dell’aula, dove l’opposizione aveva firmato l’accordo all’8,6, convinta di aver ottenuto invece il ribasso. Ma il Pdl, con il capogruppo Armando Foschi, aveva fatto ben notare che la firma dei gruppi di centrosinistra c’era in calce alla tabella approvata. Aggiungendo però, con una nota odierna del consigliere Sospiri e dell’assessore ai Tributi Filippello, che quello sulle tabelle è “un errore generato dalla volontà di tutta la maggioranza di centro-destra di allargare quanto più possibile la base dei contribuenti che potevano usufruire di aliquote agevolate”. La manovra avrebbe permesso, in concreto, di inserire tra le aliquote agevolate gli alloggi dati in comodato d’uso gratuito dai padri ai figli e gli immobili strumentali, termine che però, secondo la normativa, comprende non solo i locali utilizzati da artigiani e commercianti (di categoria C), ma anche quelli dei professionisti (di categoria A/10).

Sorge qui un successivo dubbio degli oppositori: “Dubbio interpretativo”, si legge in una nota congiunta dei vari partiti, “riguardante l’aliquota agevolata per la categoria catastale A10 destinata all’espletamento dell’attività professionale, che, nella formulazione approvata potrebbe produrre un esteso contenzioso”. “Sempre la norma sembrava”, risponde Filippello, “impone all’Ente l’applicazione di un’aliquota unica, la stessa sia per gli immobili di categoria C che A/10. Allargata la base, la maggioranza ha ritenuto equo applicare l’aliquota dell’8,6 per mille agli immobili dei professionisti, che però automaticamente ha coinvolto anche i locali di artigiani e commercianti”. “Sicuramente un errore”, concludono dal Pd, “ma comunque condiviso da tutti e contemplato sempre nella tabella delle aliquote che rappresenta la premessa dell’accordo stesso sottoscritto dai consiglieri di maggioranza e minoranza”.

Due i testi inseriti nell’emendamento: nel primo si ammette “l’errore materiale” e, seguendo la volontà politica unanime del Consiglio Comunale, si deliberare gli immobili strumentali di categoria l’aliquota del 7,6 per mille. Nel secondo, si precisa che l’importo complessivo del gettito stimato in 34 milioni 800mila euro comprende già la suddetta riduzione di aliquota.

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