Pescara. L’esito del Bilancio regionale 2017 ha suscitato le polemiche dell’Unione degli Studenti Abruzzo, che con il Collettivo Studentesco di Pescara da mesi porta avanti la richiesta di un aggiornamento della legge regionale sul diritto allo studio.
“Non ci sono i soldi”, commenta l’Uds Abruzzo con una nota stampa, “una frase che abbiamo sentito ripeterci troppo spesso, e a questo punto ne siamo disgustati”.
“Sul giornale ‘Il Centro’ è stato pubblicato un articolo in cui si evidenzia il bilancio regionale, nel quale si aumenta di circa un milione e mezzo la spesa per i sistemi informativi, si aumenta inoltre di 5,1 milioni la spesa degli organi istituzionali e si spendono 7 milioni di euro per la Giunta”.
“Poi ci sono i tagli: via 13,6 milioni da istruzione e diritto allo studio, perché l’ignoranza è forza; via 6,9 milioni dalle politiche giovanili, perchè alla fine tra i giovani pochi votano; e già che ci siamo, togliamo anche 13,4 milioni agli investimenti per i diritti sociali”.
“Non stiamo parlando di tagli a investimenti superflui ma a investimenti fondamentali per garantire un futuro a questa Regione e dignità ai suoi abitanti”.
“Vedendo quel bilancio ci si chiede quali siano gli obiettivi per il domani dell’Abruzzo. La classe politica dirigente si sta dimostrando incapace, come avviene nel resto d’Italia, di ripartire dal basso, dai cittadini. Popolazione e Stato sono purtroppo divisi come da una barriera e purtroppo anche nelle realtà locali questo disagio è ben distinto”.
“Si sperava che il no referendario fosse percepito come un no alla politica di questi anni, invece non c’è stato alcun cambio di rotta. Fortunatamente, in soccorso di chi lotta per i diritti, è arrivata una sentenza della Corte di Cassazione”.
“La sentenza 275/2016 della Corte di Cassazione ha dichiarato l’illegittimità del vincolo di bilancio previsto nella legge regionale per il diritto allo studio della Regione Abruzzo”.
“L’amministrazione abruzzese negli scorsi anni ha tagliato i fondi per il trasporto degli studenti diversamente abili, della provincia di Pescara, giustificando questa violazione del diritto allo studio con l’assenza di risorse sufficienti nel bilancio regionale. Secondo i giudici costituzionali questa giustificazione è inaccettabile, poiché i fondi a disposizione devono essere innanzitutto destinati a garantire i diritti fondamentali – tra cui il diritto allo studio – e solo successivamente si applica l’art. 81 Cost. destinando le risorse restanti per altre spese non vincolate dalla Costituzione in maniera tale che si rispetti l’equilibrio di bilancio”.
“La sentenza è chiara, la lotta studentesca riparte da qui, per riprenderci i diritti che ci sono stati tolti in maniera illegittima”, conclude Saverio Gileno, coordinatore del Collettivo Studentesco Pescara. “Il 19 Gennaio, al primo incontro del tavolo di lavoro per aggiornare la legge regionale sul diritto allo studio, arriveremo determinati e forti di un autunno che ha visto migliaia e migliaia di studenti mobilitarsi e di questa sentenza della Corte di cassazione”.