Pescara, emergenza dragaggio: Albore Mascia scrive a Gianni Letta e attacca la Regione

cons_com_dragaggioPescara. Sull’emergenza dragaggio porto il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia ha voluto coinvolgere il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta. Questa mattina, infatti, il primo cittadino gli ha inviato un telegramma chiedendo un incontro tempestivo, un ulteriore passaggio per mettere nella pienezza delle sue funzioni il Commissario Adriano Goio al fine di attivare tutte le procedure d’urgenza utili per dare continuità alle operazioni di escavazione dei fanghi dal porto canale.

“La verità” ha aggiunto Albore Mascia nel corso del suo intervento durante il Consiglio comunale convocato questa mattina in seduta straordinaria “è che la situazione grottesca che stiamo vivendo oggi è figlia non della politica, ma è responsabilità dell’apparato burocratico e scientifico della Regione Abruzzo che in un anno e mezzo ha ostacolato in ogni modo l’avvio delle procedure”.

Alla seduta erano presenti anche Francesco Scordella, in rappresentanza della marineria, Bruno Santori, per le agenzie di Navigazione, il Tenente di Vascello Luciani, per la Direzione Marittima, Camillo Grosso, in rappresentanza degli armatori, Riccardo Padovano, presidente del Sib-Confcommercio, Fabio Riva, responsabile del Provveditorato alle Opere pubbliche, e Luigi Minenza, responsabile Unico del Procedimento.

“L’iter della tragedia del dragaggio del porto di Pescara è iniziato il 21 maggio del 2009, giorno in cui la Regione Abruzzo ha sottoscritto con il Ministero delle Infrastrutture una convenzione per procedere con il dragaggio con i 500mila euro a disposizione” ha ricordato il capogruppo Pdl Lorenzo Sospiri “Ventuno mesi dopo stiamo ancora discutendo dell’operazione di dragaggio, e a questo punto mi domando se siano chiare le responsabilità di tale follia di cui qualcuno dovrà rispondere in un’altra fase. Parlo della follia dei 500mila euro e dell’inizio del percorso autorizzatorio: l’Arta Abruzzo, e mi auguro che una volta finito il Commissariamento si apra un’inchiesta interna, nel 2007, 2008 e nel 2009 ha sempre autorizzato lo sversamento in mare e nella vasca di colmata del materiale dragato, perché il problema non è il dragaggio ma lo smaltimento dei fanghi.

“I problemi” ha aggiunto il sindaco “nascono con la vasca di colmata: l’Arta in passato ha sempre avallato lo stoccaggio dei fanghi dragati nella vasca, ma all’improvviso scopriamo che c’era bisogno di una coibentazione. In realtà la struttura non era colma, ma non ha mai avuto la camicia di coibentazione, come se i fanghi in passato avessero una diversa consistenza. Oggi dobbiamo individuare una soluzione: ritengo un’utopia pensare di riaprire la discarica in mare, ipotesi resa impossibile dalle nuove norme restrittive. Piuttosto dobbiamo investire per svuotare la vasca di colmata, coibentarla e renderla utilizzabile, evitando l’uso di un macchinario costoso”.

Al termine del dibattito il Consiglio comunale ha approvato, con 27 voti a favore e un astenuto, un ordine del giorno in cui si invita “il sindaco e la giunta ad assumere immediata e idonea iniziativa presso il Governo Nazionale affinchè sia immediatamente dichiarato lo stato di emergenza che contempli la nomina di un Commissario straordinario con poteri adeguati all’emergenza in atto; disporre finanziamenti adeguati a sostenere le operazioni di dragaggio per tutte le strutture portuali di Pescara; disporre misure di sostegno fiscale alle imprese operanti nel porto di Pescara che hanno già subito ingenti danni economici, ma anche occupazionali per il mancato normale utilizzo delle strutture portuali. Si invita poi sindaco e giunta ad assumere ogni idonea iniziativa riguardante lo sviluppo del porto di Pescara attraverso gli strumenti di pianificazione già avviati e ogni idonea iniziativa, con tutti gli enti e soggetti interessati, per considerare il problema legato alle operazioni di dragaggio un elemento naturale e periodico, come per gli altri porti abruzzesi, e come tale individuare sistemi e strutture di livello regionale che ne possano garantire una normale funzionalità in ogni periodo dell’anno”.

cons_com_dragaggio.2jpgAlla seduta del Consiglio comunale hanno preso parte anche tre portavoce di chi il porto lo vive e del porto ne vive. O per meglio dire, chi con il porto ci campa. A nome del forum economico costituito ad hoc per l’emergenza, Bruno Santori, presidente provinciale di Confesercenti, ha sottolineato la difficoltà strutturale del settore della pesca, correggendo chi teme una prossima chiusura del porto: “Il porto, nella pratica, è già chiuso”, ha detto, “le attività turistiche sono ferme, e molte altre dell’indotto, come l’approvvigionamento di materie prime per le industrie siderurgiche, da tempo hanno abbandonato il molo di Pescara”.

Santori, inoltre, ha scongiurato “la spesa di altri fondi per eseguire le stesse procedure di dragaggio in atto attualmente, dati gli scarsi e inconcludenti risultati”.

Maggiormente nel dettaglio della “effettiva emergenza” che sta riducendo le banchine commerciali pescaresi ad un deserto, è sceso il Tenente di vascello Stefano Luciani, intervenuto a nome del Comandante della Capitaneria di Porto, Pietro Verna, trattenuto fuori Pescara da altri impegni: “Le 111 unità di pesca presenti sopravvivono con difficoltà, le 2 agenzie marittime ‘raccomandatrici’ alternano i propri 5 dipendenti a periodi di lavoro e cassa integrazione, i 4 dipendenti dell’impresa di lavoro portuale sono in cassa integrazione continua, così come i 2 dipendenti dell’agenzia spedizioniera doganale, mentre i 3 dipendenti dell’impresa che fornisce lavoro temporaneo nel porto lavorano, ormai solo ad Ortona, le concessioni di rimessaggio invece dei natanti da diporto invece, 2 nel porto e 6 lungo il fiume, subiscono forti limitazioni di ingresso”. “E’ da settembre 2009 che si parla di dragaggio nel bacino commerciale e solo la settimana scorsa sono cominciati i lavori, ma con quelli non risolveremo niente: occorre dragare almeno 100mila metri cubi”, ha spiegato.

Più infervorato l’intervento dell’armatore Francesco Scordella, al microfono in rappresentanza della marineria, “di chi il disagio lo vive sulla pelle, di quelli che non sanno se la mattina possono uscire in mare e se la sera riusciranno a rientrare: “Non ce la facciamo più, siamo stufi delle riunioni: basta con la burocrazia, fuori le palle”, esclama a gran voce. “E’ inutile continuare a nascondersi, occorre la nomina di un commissario e che questa risolva immediatamente l’emergenza. Non possiamo arrivare alla stagione estiva senza che il dragaggio venga fatto. Altrimenti si faccia chiarezza e si dica che il porto è chiuso a tutti gli effetti: così saremo costretti ad andare a Vasto o a Ortona per lavorare”.

Il commento di Adele Caroli: 

“Condivido pienamente l’ordine del giorno approvato a maggioranza questa mattina durante il consiglio comunale. Ritengo necessaria la nomina del Commissario straordinario ma non solo: il problema del dragaggio del porto di Pescara è un problema che va risolto a monte e la draga che rimuove fanghi e materiale dai fondali dovrebbe essere uno strumento fisso e a disposizione della città in ogni momento. L’emergenza non è affatto risolta, nonostante l’arrivo della draga dal Belgio e un primo avvio dei lavori: la priorità ora è risolvere i problemi del porto e l’avvio dei lavori lascia ben sperare. Questo stato di cose dovrebbe insegnare ai nostri amministratori che i problemi vanno risolti non appena questi si presentano, senza aspettare che la situazione degeneri: è per questo motivo che ritengo utile un provvedimento affinché la draga rimanga nel porto in maniera stabile, perché il fiume continuerà a trasportare detriti e il mare a lasciare la sabbia”.

 

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