L’Aquila. La prima commissione consiliare si è riunita ieri, su richiesta delle organizzazioni sindacali, a seguito del ritardo del rinnovo delle Ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri per il finanziamento relativo all’anno 2012 dell’emergenza legata al sisma.
Un finanziamento che dovrebbe andare a coprire i costi riguardanti, tra l’altro, il personale a tempo determinato, le attività di assistenza e della ricostruzione.
L’assessore alle risorse umane, Alfredo Moroni, ha illustrato alla commissione le iniziative assunte per il rinnovo dei contratti del personale e dei collaboratori che andranno in scadenza tra pochi giorni, evidenziando che già da oggi il Comune dell’Aquila sarà impossibilitato ad assicurare i fondamentali servizi, con naturali effetti drammatici sulla popolazione.
“Tutto ciò è stato comunicato anche al presidente del Consiglio Mario Monti e al commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi con un telegramma” ha commentato Moroni “mentre il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ha scritto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, denunciando che, date le condizioni attuali, non sarà più in grado di poter gestire il dopo sisma. Il sindaco inoltre, ha specificato che le somme per fronteggiare l’emergenza per l’anno 2012 ammonterebbero ad appena 30 milioni di euro, del tutto inadeguate a svolgere le essenziali funzioni per il dopo terremoto, a fronte di uno stanziamento di 350 milioni per l’anno 2011 e di 260 milioni per l’anno 2010”.
La drammatica situazione è stata affrontata in commissione alla massiccia presenza di precari e di sindacalisti, tra i quali, Rita Innocenti (Cgil) e Fabio Frullo (Uil), che hanno sollecitato l’avvio un’immediata mobilitazione della città già a partire da domani mattina, con l’allestimento di un presidio permanente davanti alla presidenza della Giunta Regionale e presso la sede Comunale, fino all’adozione delle misure auspicate.
Su proposta del presidente della prima commissione, Franco Mucciante, all’unanimità dei consiglieri presenti è stata approvata la richiesta della convocazione urgente di un Consiglio comunale per affrontare la vicenda. Il Consiglio dovrebbe tenersi presumibilmente venerdì 23 dicembre e allo stesso sarà invitato, tra gli altri, anche il commissario per la ricostruzione, Gianni Chiodi.
“Qualora non dovessero verificarsi evoluzioni positive” ha concluso Moroni “saranno adottate comunque altre iniziative volte a scongiurare l’impossibilità di gestione del post sisma”.
Intanto, continuano senza sosta i contatti con i vari livellli delle istituzioni e degli uffici del ministero dell’Economia, che su diversi articoli della bozza di ordinanza per i finanziamenti 2012, avrebbe espresso parere contrario con particolare riferimento alla sostenibilità finanziaria degli interventi.
Di seguito la lettera che il sindaco Massimo Cialente ha inviato al Presidente Napolitano.
Eccellentissimo Presidente,
faccio seguito alla comunicazione inviata in data 16 dicembre 2011, relativa alle misure da adottare per far fronte alle necessarie spese per l’emergenza sisma, per sottolineare in particolare l’insostenibile ed incredibile urgenza rappresentata dalla scadenza delle ordinanze per il rinnovo del personale ed altre misure.
A tal proposito sottolineo che siamo riusciti a raggiungere il risultato che domani mattina scadrà il contratto del personale di Abruzzo Engineering: oltre novanta persone assegnate ai Comuni del Cratere Sismico e della Provincia dell’Aquila. Personale addetto a fronteggiare l’intera ricostruzione nonché alla stesura del piano di ricostruzione che il Comune dell’Aquila sta completando, al proprio interno, avendo scelto di contenerne al massimo le spese. Il prossimo 31 dicembre volgerà inoltre a termine il contratto del personale a tempo determinato assunto con altre ordinanze sempre per fronteggiare il dramma dell’emergenza.
Non sono quindi più in condizione di poter gestire il dopo sisma.
Avendo dovuto collocare questo personale in ferie obbligate, ormai ho dovuto chiudere interi uffici, con gravi ricadute, anche di ordine pubblico, per la rabbia, la disperazione ed il senso di impotenza che colpiscono cittadini terremotati ormai, come l’intero Cratere sismico, abbandonati a se stessi da più di un anno.
Non è giusto e non è giustificabile, sia da un punto di vista istituzionale che umano, creare condizioni di così pesante malessere per i sindaci del territorio, chiamati a fronteggiare una situazione che sempre più si aggrava, e che sempre più spesso, come nella presente circostanza, vengono lasciati soli.
Nei miei frenetici contratti con il Dipartimento di Protezione Civile e con il Ministero dell’Economia e Finanze, nella giornata di ieri, ho dovuto prendere atto che, sulla scorta del Decreto Legge 28 aprile 2009, n. 39, modificato dalla Legge di conversione del 24 giugno 2009, n. 77, le somme per fronteggiare l’emergenza per l’anno 2012 sono pari a 30 milioni di euro, a fronte di uno stanziamento, per il 2011, di 350 milioni di euro e di 260 milioni di euro previsti per il 2010.
E’ prevedibilmente impensabile che la situazione attuale per il prossimo anno possa essere adeguatamente fronteggiata con questa cifra estremamente insufficiente, soprattutto considerando che il Governo ha riconfermato, giustamente, lo stato di emergenza per tutto il 2012.
Segnalo che solo per l’Assistenza alla Popolazione, con riferimento specifico al Contributo di Autonoma Sistemazione, è prevista una spesa ben superiore ai 30 milioni di euro annui e che, per il terzo Natale consecutivo, abbiamo ancora sfollati negli alberghi o in case con “fitti concordati” pagati dallo Stato.
Ricordo che le responsabilità del perdurare di questa emergenza sono da addebitare a tutta una serie di errori, sottovalutazioni e ad un atteggiamento di fastidiosa sufficienza che il Governo centrale e la stessa Struttura Commissariale hanno mostrato, soprattutto in questo anno, nell’affrontare il post sisma.
Come da me ripetutamente, costantemente, inutilmente segnalato.
Ritengo pertanto sia assolutamente necessario, nel giro di poche ore, fornire indirizzi precisi ai dirigenti del Ministero dell’Economia e delle Finanze che stanno bloccando l’ordinanza predisposta dal Dipartimento di Protezione Civile, affinché sia assicurata una delle seguenti soluzioni: il rifinanziamento dell’art. 14, comma 5, della Legge n. 77/2009, o la possibilità di far fronte all’emergenza con i fondi di cui all’art. 14, comma 1, della stessa.
Non vedo altra possibilità. È necessario stanziare almeno inizialmente altri 50 milioni di euro e nel contempo, finalmente, programmare una serie di veri incontri, veri tavoli di lavoro, per risolvere la situazione di stallo, causa di sofferenza per i cittadini e spreco di risorse, al fine di programmare le reali esigenze finanziarie da fissare per il 2012.
Se ciò non dovesse avvenire in tempi brevissimi ritengo che sarebbe per me impossibile adempiere agli obblighi assegnatimi dalle leggi, dal Decreto Legge n. 39/2009, da tutte le Ordinanze relative al terremoto Abruzzo, i Decreti e le Circolari commissariali.
Scrivo ciò poiché ritengo che, in un sistema democratico, ogni istituzione debba assumersi fino in fondo le proprie responsabilità, anzitutto nei confronti dei cittadini, considerando quanto sta avvenendo estremamente ingiusto e gravemente dannoso per tutti gli aquilani e per l’intera popolazione del Cratere sismico.
Spero che tutto ciò non appaia come un poco cortese sfogo ma solo come espressione di una scelta di responsabilità che devo assumere e di scelte di responsabilità alle quali devo richiamare tutti.
Purtroppo il terremoto dell’Aquila è una tragedia dimenticata!
È quasi un anno che non viene un esponente del Governo a rendersi conto dello stato in cui ci troviamo. Una tragedia che richiede di attuare, mi sia lasciato dire, una leale collaborazione istituzionale tra tutti coloro che sono chiamati ad affrontarla. Collaborazione istituzionale che richiede fiducia e reciproco rispetto.
Mi spiace dover usare questo tono, ma credo debba e possa essere facilmente compreso lo stato d’animo di coloro che da ben trentadue mesi stanno fronteggiando una situazione catastrofica spesso in completa solitudine, pressoché sempre inascoltati e per i quali si vanno delineando scenari inspiegabili ed impossibili da sostenere.