L’Aquila. Una maggiore partecipazione delle comunità locali ai processi decisionali ed una gestione trasparente del processo di ripianificazione urbanistica nel post terremoto. Il TAR del Lazio si è espresso sul ricorso presentato da Maurizio Acerbo in qualità di consigliere regionale e dai consiglieri comunali di Rifondazione dell’Aquila, Enrico Perilli, e di Bussi, Salvatore La Gatta. “Siamo molto contenti” si legge in una nota congiunta “perché il TAR Lazio ha accolto parzialmente il nostro ricorso su alcuni punti particolarmente importanti sul piano della democrazia, della trasparenza e della salvaguardia del territorio”.
Il Tribunale Amministrativo ha, infatti, riconosciuto pienamente il diritto dei consiglieri comunali e regionali di ricorrere in difesa del diritto delle comunità locali di partecipare ai processi decisionali, anche quando vi siano situazioni di emergenza, stabilendo che, anche in caso di emergenza, non vi è un potere illimitato della Presidenza del Consiglio e della Protezione civile.
“Una battaglia di democrazia” aggiungono “per evitare che l’emergenzialismo divenga una modalità ordinaria di operare, finalizzata ad evitare la partecipazione delle comunità locali ai processi decisionali”.
In particolare è stato affermato che sono i Consigli Comunali, non i sindaci, a dover effettuare la pianificazione o ripianificazione urbanistica: “le determinazioni relative alla pianificazione del territorio, che presenta notoriamente aspetti di particolare complessità e delicatezza, atteso che le relative scelte involvono molteplici interessi pubblici e privati contrapposti, nonché variegati aspetti problematici, il legislatore non ha inteso far mancare, quanto meno in sede di predisposizione dei relativi atti, la fase dialettica tipica della composizione degli stessi, che, all’interno dell’ente Comune, solo l’organo consiliare è chiamato ad realizzare nel procedimento culminante nelle relative deliberazioni”.
Dal TAR Lazio, quindi, arriva uno stop alle logiche urbanistica dell’emergenza e viene restituito un ruolo ai Consigli Comunali. “Ciò consentirà i normali strumenti partecipativi a tutti i cittadini interessati e la possibilità di un maggior controllo da parte della popolazione. Sono dunque nulli tutti gli atti di ri-pianificazione urbanistica effettuati dai sindaci , quando essi , avvalendosi dell’ordinanza, annullata, abbiano estromesso dalle decisioni i consigli comunali. I Comuni che vogliono affrettare i tempi, ed evitare che ci siano ricorsi, dovranno portare quegli atti, sotto forma di proposte, davanti ai consigli comunali, per seguire il procedimento previsto dalla legge”.
Il ricorso dei consiglieri di Prc è stato respinto su due punti: non è stato riconosciuto il diritto di ricorrere ad uno dei ricorrenti, che agiva come singolo cittadino (anziché come consigliere) ed è stato respinto nella parte in cui criticava i poteri conferiti al Presidente Chiodi, sempre in tema di ripianificazione urbanistica. “Quello che più conta però è che, all’esito del ricorso, il presidente Chiodi non potrà che attendere la redazione dei piani da parte dei Comuni, conservando, purtroppo, il potere di interloquire come Commissario, mentre il ricorso voleva restituire questo potere alla Regione sul modello dell’Umbria e degli altri precedenti. Naturalmente, questo potere del Commissario cesserà al termine di uno stato di emergenza che ha ampiamente superato i precedenti. Insomma , il ricorso ha ottenuto il risultato che si prefiggeva. Si è ottenuto di impedire che la ripianificazione urbanistica si possa effettuare con rapidi colpi di mano, decisi tra pochi soggetti, senza controllo ed in maniera non partecipata e trasparente”.