L’Aquila, Lolli (Pd) e “le minacce della Protezione Civile”

giovanni_lolliL’Aquila. La risposta della Protezione Civile alle parole del sindaco Massimo Cialente è sconcertante e gravissima. A sostenerlo è l’onorevole del Pd Giovanni Lolli, secondo il quale “nel comunicato è presente una oscura ed inquietante minaccia”. Nella nota diffusa dal Dipartimento, infatti, si parla di “inevitabili ripercussioni non utili ad accelerare le opere e gli interventi”.

“Mi sembra molto chiaro” commenta Lolli “che di fronte alle dichiarazioni del sindaco Cialente, che ha osato criticare la Protezione Civile, si pensi di far pagare le conseguenze ai cittadini aquilani. E’ inaudito che un organo istituzionale dello Stato, come è la Protezione Civile, possa formulare simili minacce. Cialente e la Pezzopane si sono limitati ad indicare alcune gravi criticità nella situazione abitativa degli sfollati che sono sotto gli occhi di chiunque venga a L’Aquila. Criticità dovute ad evidenti errori nel modo in cui si è affrontato un problema, certamente, molto complesso. Indicare problemi e responsabilità non è solamente un diritto, ma un dovere del sindaco, con l’obiettivo di correggere gli errori per fare fronte ai problemi dei cittadini. Nell’anno e mezzo che ci separa dalla notte del sisma la Protezione Civile ha, peraltro, sempre indicato ritardi e limiti dell’azione del Comune dell’Aquila”.

Secondo Lolli, evidentemente “per il Dottor Bertolaso viviamo in un mondo in cui si può criticare il sindaco de L’Aquila Cialente, si può criticare il presidente della Regione Chiodi, si può criticare perfino il Governo e Berlusconi, ma non si possono criticare lui stesso e la Protezione Civile. Inviterei il Dottor Bertolaso e la Protezione Civile ad accettare l’idea che viviamo in un mondo in cui ci sono opinioni diverse e il diritto di critica; che in una vicenda difficile e complessa come quella del terremoto aquilano sono stati commessi numerosi errori e ognuno di noi porta la sua parte di responsabilità compresa, ovviamente, la Protezione Civile. Segnalare questi errori, chiunque li commetta, non è lesa maestà, ma è la condizione per correggere tutti insieme le cose che non funzionano”.

 

 

 

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