Ortona. Arriverà sul tavola nazionale del ministero dello Sviluppo economico la vertenza occupazionale del sito industriale Yokohama di Ortona, per il quale la multinazionale giapponese ha annunciato la chiusura per le difficoltà legate alla Covid-19. È quanto emerso dalla riunione che si è tenuta stamane nella sede della Regione Abruzzo a Pescara. La volontà di portare la vertenza all’esame nazionale del Mise è stata dell’assessore allo Sviluppo economico, Mauro Febbo, che ha posto come condizione ineludibile che la società si sieda intorno ad un tavolo nazionale per verificare tutti i motivi e le condizioni che sono alla base della chiusura di Ortona, stabilimento che conta 84 dipendenti.
“Su questo punto vogliamo andare avanti e ottenere dalla multinazionale giapponese risposte coerenti”, ha detto l’assessore nel corso della riunione. Con il rappresentante del governo regionale c’erano anche il sindaco di Ortona, Leo Castiglione, i rappresentanti sindacali, le Rsu e una parte dei lavoratori, mentre la restante, più cospicua, ha presidiato fin dalla mattina la sede della Regione in segno di protesta contro la chiusura del sito di Ortona. Proprio la multinazionale giapponese era rappresentata al tavolo istituzionale da alcuni delegati che si sono limitati ad indicare i motivi della chiusura dello stabilimento di Ortona: crisi da emergenza sanitaria Covid-19, blocco del mercato dell’automotive a livello mondiale e calo del prezzo del greggio sul mercato internazionale. Ma gli interlocutori istituzionali e sindacali hanno posto l’accento sulle tensioni sociali che una decisione così netta si porta dietro.
“Non si può accettare una decisione che mette in ginocchio decine e decine di famiglie dell’ortonese – ha detto Febbo – Le motivazioni mi sembrano risibili e comunque non del tutto correlate al momento difficile dell’economia mondiale, perché solo qualche mese fa lo stabilimento di Ortona era considerato strategico nello sviluppo aziendale della Yokohama, ma soprattutto presentava alti valori di produttività. E’ chiaro che come Regione, partendo dai punti che ho appena indicato, abbiamo intenzione di battere tutte le piste anche in ragione dei fondi che l’Europa mette a disposizione dell’Italia e dunque degli ampi margini di movimento che il governo ha in questo campo”. Alle opportunità europee e nazionali, si aggiungono poi, secondo l’assessore Febbo, “le agevolazioni legate alla Zes, la zona economica speciale, il cui decreto di istituzionale è alla firma del governo. Solo l’Abruzzo, in questo momento, può garantire ulteriori agevolazioni a chi vuole investire e produrre”.