Chieti. “Preoccupa non poco registrare da parte della Regione la mancanza di una strategia efficace e concretizzabile per risolvere il problema del pronto soccorso dell’ospedale di Chieti. Il calvario denunciato dai pazienti nei giorni scorsi e la latitanza della Regione, hanno dapprima portato la Asl alla decisione di chiudere il reparto di Geriatria, salvo fare retromarcia quando il caso è esploso in tutta la sua legittima virulenza, tirandosi contro la giusta ira del personale, delle istituzioni, delle associazioni che rappresentano malati e comunità che è andata incontro all’interruzione di un pubblico servizio. Non si affronta con scelte sbagliate un problema così serio, perché ci sono persone che aspettano ore prima di ricevere una cura, e perché è capitato che qualcuno nell’attesa sia morto”, duro il commento del capogruppo Pd Silvio Paolucci.
“Non è possibile lasciar fare alle Asl senza una rotta, altrimenti succede quello che è capitato a Chieti, dove sine die il manager ha comunicato la chiusura del reparto di geriatria per deviare medici che hanno una preparazione diversa da quella dell’emergenza, al Pronto soccorso, magari per dire oggi che lo ha fatto solo perché il problema si ponesse e venisse affrontato – rimarca – Ma dove siamo? La cura è un diritto. Nei Pronto soccorso scorre la vita delle persone, come si fa a non sentirsi responsabili? Come si fa a non condividere un percorso unico che sia applicabile a tutti i presidi? Non può andare in onda la negligenza a cui assistiamo oggi: c’è reparto che viene mortificato dall’incapacità di farlo funzionare e con esso chi lo frequenta e la professionalità dei medici che vi lavorano quotidianamente, andando veramente in trincea. Non può essere sempre colpa del covid: è necessario assumere personale, bisogna reperirlo da tutti i canali, non si può continuare a perdere tempo e a proporre soluzioni temporanee, mutuando personale altrove, impoverendo, così anche altri reparti com’è capitato ad altri presidi e come ci si propone di fare anche a Chieti, prendendo a prestito organico altrove. Nei fatti subiamo una retrocessione dei servizi sanitari complessivi e dei presidi ospedalieri, questo è ciò che sta accadendo a Chieti, dove oltre la propaganda e la politica degli annunci, non abbiamo visto nulla di concreto per rilanciare la sanità ospedaliera e territoriale”.