L’opposizione denuncia: “Questa non è la soluzione!” _
Guardiagrele. “Appena 18 posti letto, nessun pronto soccorso e nessuna previsione per la diagnostica. C’è qualcuno che pensa di poter imbrogliare una intera comunità a proposito della rete ospedaliera, ma il nostro gruppo non smetterà mai di vigilare.”
Esordisce così la nota del gruppo “Guardiagrele il bene in comune” in merito alla nuova bozza delle rete ospedaliera diffusa in queste ore alla vigilia del passaggio in Commissione.
“Qualche giorno fa – ricorda l’ex sindaco Simone Dal Pozzo – avevamo denunciato che nella prima versione del documento la famosa soluzione per Guardiagrele era praticamente inesistente e, dopo la replica di Febbo, avevamo segnalato che era stato proprio l’assessore Verì a dichiarare che dal Ministero non c’era il via libera perché Guardiagrele venisse classificato stabilimento dell’ospedale di Chieti.
Nel leggere la nuova bozza del documento – prosegue Dal Pozzo – non sappiamo davvero cosa pensare se non che ci sono confusione, contraddizioni e clamorose marce indietro.
Certo, si parla di questo stabilimento e possiamo anche pensare – continua – che questa nuova versione sia l’effetto della nostra protesta o, magari, di quella di qualche consigliere regionale che ha costruito il suo consenso proprio su questo argomento, ma le carte, come sempre, parlano chiaro.
E allora leggiamo cosa c’è scritto nel nuovo documento. Purtroppo – aggiunge Dal Pozzo – ci sono almeno due dati pericolosi.
Il primo è che i posti letto previsti sono appena 18 (5 di medicina, 5 di geriatria e 8 di lungodegenza), quando nella bozza sventolata in piazza nel luglio 2019 erano esattamente il doppio.
Ma il dato più preoccupante è che da questa ultima versione, rispetto alla prima di tre anni fa, scompare il pronto soccorso. Ci chiediamo: come può esistere un ospedale senza pronto soccorso? Se ne rende conto chiunque, al di là di ogni tecnicismo, ma chi conosce un minimo di organizzazione sanitaria sa bene che posti letto per acuti non possono esistere se non c’è un pronto soccorso. Denunciamo questo fatto semplicemente perché ne avremmo abbastanza di prese in giro sul tema della sanità. Qual è la strategia? Quella di tornare a Guardiagrele per dirci che le cose sono andate male nonostante la richiesta fatta al Governo?
L’assessore regionale venga a Guardiagrele e ci spieghi le ragioni di questa marcia indietro e se sia vero quanto ha dichiarato in consiglio regionale nello scorso aprile quando ha detto, parlando proprio dell’ospedale di Guardiagrele, che “il Ministero affiancante non sostiene più il discorso dello stabilimento”. E’ cambiato qualcosa? Abbiamo il diritto di saperlo!”.
Alla denuncia del gruppo di centrosinistra di Guardiagrele aveva risposto il consigliere regionale Mauro Febbo che aveva rilanciato proprio il progetto dello stabilimento parlando addirittura di una diagnostica di secondo livello con specialistiche complementari.
“Intanto – spiega l’ex sindaco – nella nuova bozza scompare per Guardiagrele la disciplina della radiologia che invece c’era nel documento del 2019”.
“E intanto – dice ancora la nota – mentre si scrivono i documenti e la politica dà il peggio di sé perché non parla chiaro, il presidio di Guardiagrele è nella crisi più profonda. Manca personale nell’ex pronto soccorso, i pochi medici devono pietire reagenti e dotazioni per le analisi più elementari, del centro vaccinale non c’è nessuna traccia e non si sa quando i lavori per la diagnostica finiranno.
“Saremo i primi – conclude – a prendere atto con favore dei risultati raggiunti, ma quello che vediamo adesso è ancora niente rispetto a ciò di cui il nostro territorio ha bisogno”.