Atessa. Le risorse messe a disposizione per la ripresa, dopo l’emergenza provocata dal Covid19, non devono essere utilizzate per far tornare tutto come prima. Occorre evitare gli errori del passato e guardare ad un futuro di cambiamento per il nostro territorio per affrontare le due grandi crisi che abbiamo di fronte: quella ambientale legata ai cambiamenti climatici e quella sociale, senza lasciare nessuno indietro ma contrastando le nuove povertà e le disuguaglianze aumentate dopo il lockdown. Solo con un cambiamento di rotta da parte degli amministratori e delle imprese si può andare verso una reale transizione ecologica rilanciando al tempo stesso l’economia. Le proposte green dei Circoli Legambiente del territorio sangrino (Geo APS di Atessa e Paglieta) per il rilancio:
Rigenerazione urbana e consumo di suolo: Lo sviluppo sostenibile del territorio passa attraverso la capacità di reinventare gli spazi e i luoghi, considerando e integrando interessi diversi, attraverso la rigenerazione urbana e la riqualificazione delle strutture abbandonate e degli spazi. Capannoni e strutture industriali abbandonati ma anche edifii pubblici in disuso possono diventare luoghi per produrre energie rinnovabili, luoghi di formazione e di aggregazione. L’obiettivo deve essere ridurre il consumo di suolo per sviluppare la resilienza del territorio rispetto alle mutazioni climatiche, ai fenomeni atmosferici sempre più aggressivi e al conseguente dissesto idrogeologico che già ha creato danni a ponti, viadotti e viabilità minore.
Le comunità energetiche e le fonti rinnovabili: La Direttiva 2001/2018/UE sullo sviluppo delle fonti rinnovabili è una grande opportunità per il nostro territorio: l’applicazione di questo nuovo modello di aggregazione energetica può rilanciare gli investimenti sulle fonti rinnovabili avvicinandoci sempre di più all’obiettivo finale che è l’abbandono delle fonti fossili. Coinvolgendo le imprese virtuose che puntano su tecnologie nuove e sostenibili. Questa grande sfida, che passa attraverso la generazione elettrica distribuita, è a portata di mano oggi: è necessaria, però, una nuova pianificazione basata sulle comunità energetiche. L’Ecobonus del 110% per i lavori di riqualificazione energetica, contenuto nel Decreto Rilancio, può dare ulteriore slancio agli investimenti e alla ripartenza economica in particolare del settore edilizio e dell’occupazione. Con i cantieri per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, ad esempio, si metterebbero in moto investimenti, tra diretti e indiretti, per quasi 9 miliardi di Euro all’anno con 430 mila occupati e con risparmi in bolletta per le famiglie pari a circa 620 euro all’anno. Abbiamo bisogno di un cambio di rotta: la Val di Sangro non può essere un territorio dove fare investimenti che guardano al passato e alle fonti fossili come il metanodotto Larino – Chieti, l’impianto di estrazione del gas di Bomba e l’impianto di raffinazione del gas nell’area industriale di Paglieta con il rischio di trasformare il territorio in un hub del gas. Queste infrastrutture non sono necessarie per gli attuali consumi di gas. Tutto il progetto è funzionale a sole logiche privatistiche e di mercato che ormai non sono più attuali. Oggi è necessario trasformare i sussidi alle fonti fossili in investimenti nelle tecnologie green. E abbiamo bisogno di azioni concrete a livello locale per rafforzare gli interventi legislativi ed economici, nazionali e comunitari.
Economia circolare e gestione dei rifiuti: Per evitare in Val di Sangro interventi che non abbiano chiaro valore di utilità collettiva, bisogna puntare su un’economia circolare e su nuove filiere di recupero di materia non legati più agli interessi di un’economia lineare. L’economia circolare può diventare il motore del rilancio dei territori: a livello europeo viene stimato al 2030 un beneficio economico dall’adozione di una maggiore spinta in questa direzione pari a 1.800 miliardi di euro annui, favorendo una crescita del Pil fino al 7%, e l’Italia vanta importanti eccellenze e l’economia circolare crea occupazione, investimenti e sviluppo sui territori. Vanno premiate le aziende che puntano sulle tecnologie innovative e sul recupero circolare delle materie prime seconde dagli scarti per la produzione.
Agricoltura: Si deve riconoscere agli agricoltori della Val di Sangro il ruolo che hanno avuto nella costruzione del paesaggio e la profonda influenza nelle scelte di sviluppo del territorio. In questa fase di crisi l’agricolturà è tornata ad essere il settore primario fondamentale. Bisogna riconoscere l’importanza che l’agricoltura riveste per contenere i cambiamenti climatici, per la tutela dei suoli, del paesaggio e della biodiversità. Costruire i distretti del biologico, rinforzare le filiere e investire sull’agricoltura di qualità.
Fiume Sangro: La salvaguardia dell’ecosistema fluviale del fiume Sangro è fondamentale per via dei cambiamenti climatici che saranno causa di lunghi periodi di siccità e di eventi atmosferici estremi che metteranno a dura prova la tenuta del fiume e la sicurezza del territorio. Il Contratto di Fiume è uno strumento utilissimo per garantire la resilienza e valorizzare il fiume attraverso azioni concrete come la tutela e la valorizzazione di un corridoio verde, che seguendo l‘asta fluviale possa collegare le aree interne dell’alta valle del Sangro fino al Parco nazionale della Majella con la Costa dei Trabocchi e il nascente Parco della Costa Teatina, anche attraverso l’ampliamento delle ciclovie utili a incentivare la fruizione turistica del territorio.
Banda larga: eliminare il digital divide favorendo la diffusione della banda larga in tutti i comuni della Val di Sangro compresi i piccoli comuni montani più lontani dal nucleo industriale. Questi investimenti possono migliorare la qualità della vita nei piccoli borghi e facilitare lo smart working, oltre che la competitività delle imprese in Val di Sangro.
Trasporti e mobilità sostenibile: Occorre guardare con forza alla decarbonizzazione del trasporto, utile anche per ridurre gli effetti dell’inquinamento atmosferico, problema particolarmente sentito dai cittadini che non si sentono rassicurati sulla qualità dell’aria che respirano. In Val di Sangro i controlli della qualità dell’aria hanno evidenziano un serio problema negli anni L’obiettivo deve essere il miglioramento in chiave sostenibile della mobilità: puntare alla decarbonizzazione del trasporto, investire maggiormente nel trasporto su rotaia delle merci, incentivare lo spostamento con i mezzi pubblici, sviluppare le infrastrutture per la mobilità green: dalle reti di centraline per le ricariche delle auto elettriche alle ciclovie.
Ospedale e beni comuni: La crisi del Coronavirus ha messo in evidenza la centralità del sistema pubblico nei momenti di difficoltà, l’importanza di garantire adeguate risorse sui beni comuni, di avere efficaci presidi territoriali dei servizi. Occorre tornare ad investire su politiche che favoriscano la cultura della prevenzione, il rafforzamento del personale pubblico, la rete dei servizi e dei dispositivi territoriali per l‘emergenza.