Cupello. “In questa catastrofica emergenza sanitaria, gli abruzzesi non meritavano di trovarsi nella mani di una giunta regionale incompetente e maldestra.
Esprimiamo prima di tutto vicinanza alle categorie maggiormente colpite dagli effetti dell’evento pandemico e chiediamo a gran voce un intervento massiccio di ristoro di sostegno.
Riteniamo che questi obiettivi possano essere raggiunti solo in un clima di collaborazione tra tutte le forze politiche e le istituzioni, ciascuno per quanto di sua competenza.
Va nella direzione opposta, invece, la pericolosa quanto illegittima azione posta in essere dal governo della Regione Abruzzo tendente ad anticipare il passaggio della nostra regione in zona arancione.
Riteniamo, anzi, che l’iniziativa – annunciata all’improvviso e attuata ancor più all’improvviso – sia ispirata a cercare lo scontro istituzionale a tutti i costi, pur di marcare un’ “originale” posizione di contrasto al Governo, strumentale alla linea dei partiti di opposizione o di alcuni di essi.
Riteniamo, invece, che il dialogo tra le istituzioni e il rispetto delle rispettive prerogative sia principio fondamentale di uno Stato di diritto, soprattutto nei periodi particolarmente difficili e di vera emergenza nazionale.
E invece nella giornata di ieri all’assurda iniziativa del Presidente Marsilio ha fatto il paio una incontrollata serie di commenti sui social di esponenti politici della sua area o peggio ancora della sua amministrazione.
S’è dapprima sbandierato che tale passaggio dalla zona rossa a quella arancione sarebbe stata concordata con il Governo. L’accordo in realtà non c’è mai stato, come confermato da fonti ministeriali, poiché il presidente Marsilio si è limitato a informare il ministro delle sue intenzioni senza attenderne l’avallo.
Avallo che ovviamente non è arrivato, anche perché la zona rossa in Abruzzo era scattata il 18 novembre e quindi (ma qui è una semplice questione logico-matematica) i 21 giorni fissati dalla legge per uscirne scadono l’8 dicembre, e non il 6.
Così all’Aquila, accortisi del pasticcio e della figuraccia finita nel frattempo su tutti i tg e quotidiani nazionali, con un’improbabile piroetta si è voluto sostenere (con non poca strafottenza istituzionale) che se il governo non è d’accordo può pur sempre impugnare l’ordinanza dinanzi al Tar.
Ebbene, in questa situazione l’unico dato che non lascia interrogativi è la “spacconeria politica”, sulla quale non avevamo dubbi prima e troviamo conferma oggi; per il resto v’è da chiedersi, prima di tutto, quale ruolo e quale importanza riconosce Marsilio ai rappresentati dei territori regionali?
Egli, cioè, che evidentemente ha catapultato una sua decisione unilaterale elaborata in ambienti romani, non ha sentito neppure il dovere di consultarsi con i suoi consiglieri? E perché non sono stati ascoltati neppure i sindaci?
Tanto affermiamo, senza timore di essere smentiti, se è vero come è vero che anche il consigliere regionale Marcovecchio affermava nella tarda serata di ieri che la decisione era stata presa d’accordo con il ministro Speranza, salvo poi dover tentare un improbabile esercizio di equilibrismo politico, pochi minuti dopo, una volta sbugiardato.
Questa situazione politica ci preoccupa non poco e chiediamo ai consiglieri tutti di farsi sentire e di “sbattere i pugni sul tavolo” anziché essere accondiscendenti e consentire agli ambienti romani di condizionare la vita di questa regione oltre ogni limite.
Qui non si tratta di fare una sorta di manovrina astuta di domenica approfittando dell’impossibilità temporale del Governo di attuare una qualunque mossa contenitiva o di contrasto.
Marsilio sta compromettendo le vite di noi abruzzesi e lo sta facendo pericolosamente. Ci auguriamo solo che il Governo nazionale sia magnanimo e rispettoso degli abruzzesi, che non hanno colpa e non hanno fatto niente per meritarsi la iattura di un governo regionale inetto e strafottente.
Mentre Marsilio e la sua cerchia, tra un selfie e un post su facebook, giocano a fare gli onnipotenti, ci sono tanti abruzzesi che provano a tirare avanti, economicamente e socialmente, districandosi tra gli effetti dannosi della pandemia: persone ricoverate in ospedale, ritardi nei ristori regionali, attività commerciali e produttive che rischiano di chiudere, scuole in parte chiuse.
La situazione è già difficile così com’è, non serve che Marsilio e la sua giunta facciano di tutto per creare ulteriore confusione.
Gli abruzzesi sono seri e operosi; se Marsilio smettesse di seguire le sirene romane, magari se ne accorgerebbe anche lui e la smetterebbe di prenderli in giro”. Si legge così in una nota dell’associazione “Insieme per Cupello”.