Cupello. “Il grido di dolore che si è elevato dai rappresentanti dell’associazione ‘terre di punta Aderci’ di Vasto verso i candidati presidenti della regione Abruzzo, circa la problematica la presenza dell’alto numero dei cinghiali, non venga sottovalutato ne portato a mero contenuto residuale e di folclore come spesso sinora è accaduto”.
Lo afferma in una nota Camillo D’Amico, che aggiunge: “Il problema c’è e va gestito con cadenza quotidiana in una logica strutturale.
Senza andare lontano e polarizzando la mia riflessione alla zona di Punta Aderci di Vasto la problematica è qui presente da anni e mai prima alcuno ha preso a cuore una soluzione nonostante i danni notevoli patite nelle produzioni agricole e i frequenti incidenti stradali accaduti. Adesso, grazie alla positiva attività dell’associazione “terre di punta Aderci” ed alla mobilitazione promossa che sta coinvolgendo migliaia di cittadini, il problema è attenzionato e qualche concreta soluzione si va palesando. In privato ed in virtù delle mie umane esperienze maturate nel campo sul piano istituzionale e sindacale a Michele Bosco & company alcuni utili consigli li ho forniti che intendo qui riassumere ossia mettere in atto un metodo costante di cattura dei cinghiali con le gabbie avviando i capi abbattuti verso la filiera della trasformazione. Con opportune azioni ed una programmazione sostenuta sul piano scientifico si potrebbero salvare i capi piccoli ma ricorrendo all’evirazione dei maschi riducendo così la loro capacità riproduttiva futura. Sarebbe un metodo di contenimento assolutamente compatibile con l’area di riserva, per nulla impattante e di efficacia sicura. Per realizzare il tutto, oltre una chiara volontà politica ed istituzionale, occorre il concorso del servizio veterinario dell’ASL, dell’ATC e di avere un laboratorio di trasformazione dove conferire le carcasse dei capi abbattuti che nel territorio già esiste. Il tutto si dovrebbe formalizzare in “protocollo d’intesa”. I cinghiali da problema che sono diventerebbero una risorsa di lavoro e di opportunità economica”.
“Questo metodo – conclude D’Amico – si andrebbe a sommare a quello usuale della caccia ii qualsiasi forma e natura. “Volere è potere”recita un vecchio adagio. Si dia ai cittadini tutti un segnale d’impegno chiaro e preciso senza sottovalutare il problema che è di prioritario ordine pubblico”.