Chieti. Mercoledì 20 Gennaio, la mozione da me presentata per il conferimento della cittadinanza onoraria del Comune di Chieti a Patrick Zaki, verrà discussa in Consiglio Comunale.
Reputo tale riconoscimento un gesto di solidarietà dal valore inestimabile. Sono passati oramai 11 mesi da quando, quel 7 Febbraio 2020, il giovane studente dell’Università di Bologna veniva arrestato presso l’aeroporto de Il Cairo con le accuse pretestuose di “supporto al rovesciamento dello stato egiziano, istigazione alla violenza ed al terrorismo ed incitazione contro la pubblica autorità”.
Zaki, in realtà, è detenuto da quasi un anno semplicemente perché “colpevole” di essere un fervente sostenitore dei diritti umani e civili.
La nostra amministrazione comunale non può rimanere impassibile di fronte ad una chiara violazione delle libertà individuali, di fronte ad una detenzione che ha il sapore di una carcerazione ideologica, basata su pretesti, su falsità e fondata sull’odio verso la libertà ed i suoi sostenitori, i suoi difensori.
La nostra Repubblica riconosce garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, come chiaramente espresso dall’articolo 2 della nostra Costituzione. È proprio partendo da questo principio che ho elaborato la richiesta di conferimento della cittadinanza a Patrick Zaki, conscio della fermezza con la quale il consiglio comunale di cui faccio parte si è battuto e continuerà a battersi per difendere strenuamente i diritti inviolabili dell’uomo.
Per concludere, in sento in dovere di ringraziare il mio gruppo Consiliare (Partito Democratico) e tutti i membri della maggioranza, che sin da subito hanno sostenuto la mozione da me presentata. Un ringraziamento particolare a Luca Amicone (M5S), Giampiero Riccardo (Chieti Viva) ed al gruppo consiliare La Sinistra con Diego che hanno deciso di sottoscrivere suddetta proposta, dimostrando come certi gesti possano unire le diverse compagini politiche, superando le legittime differenze ideologiche.