Chieti. Le consigliere comunali Carla Di Biase (Fdi) ed Emma Letta hanno formalizzato le dimissioni dall’ intergruppo comunale costituito dalle sole donne presenti nell’amministrazione comunale di Chieti.
Così recita la lettera formalizzata, indirizzata al Sindaco di Chieti, al Presidente del Consiglio Comunale ed al Segretario Generale: “Con la presente siamo a comunicarLe, la nostra volontà di ritirare la nostra adesione all’intergruppo femminile in seno al consiglio comunale di Chieti. Tale decisione è maturata in seguito agli episodi verificatisi in questi ultimi giorni. Con spirito di servizio e volontà di collaborazione abbiamo accolto la proposta della consigliera Di Roberto a collaborare ad iniziative che avevano nelle intenzioni l’unico scopo di tutelare i diritti delle donne. Nonostante l’istituzione di tale organo si è rivelato ad oggi solo sulla carta, perchè mai si è proceduto alla sua formalizzazione, la nostra idea di politica, unita allo spirito di servizio, ci ha fatto ritenere giusta la scelta operata. Le affermazioni di esponenti di maggioranza di questi giorni ci hanno però portato a confrontarci e ad optare per una scelta diversa. La grave affermazione dell’assessore Raimondi, oltre a ledere la dignità personale della consigliera Letta, ferisce sia il genere femminile che la categoria di chi, purtroppo e contro la sua volontà, si ritrova affetto da menomazioni fisiche e psichiche. Pur ritenendo sincere le scuse e le prese di posizioni degli assessori Raimondi e Cascini, e le Sue, non possiamo mancare di notare la totale assenza di solidarietà di chi a parole si è eretto a paladino e difensore di talune categorie. Il profondo spirito cristiano ci fa conoscere il sentimento del perdono e non serbare rancore personale alcuno. Pur volendo soprassedere sulle affermazioni della consigliera Di Roberto, a nostro avviso gravi al pari di quelle dell’assessore, in quanto lesive della capacità di autonomia di giudizio e critica della consigliera Letta, non possiamo farlo rispetto all’imbarazzante silenzio e alla totale mancanza di presa di distanza rispetto a tale affermazioni delle colleghe consigliere, ad eccezione della consigliera Pompilio, che ringraziamo. La nostra storia personale, politica e professionale che ci vede quotidianamente vicine alle donne, a chi è affetto da reali menomazioni, alle categorie dei più deboli non ci permette di condividere percorsi con chi l’idea prima di trasformarla in azione non la adoperi come stile di vita e come esempio quotidiano. Certe di saper dare apporto, contributi ed idee in maniera autonoma, e di poter trasformare le testimonianze di vita quotidiana in azione, continueremo a spendere il nostro impegno per difendere i diritti delle donne nelle aule deputate, valutando, votando, aderendo e presentando di volta in volta iniziative, atti, mozioni, o.d.g. e interrogazioni. Rimane l’amarezza per l’ennesima occasione persa di riportare la politica nella dialettica con la quale siamo abituate ad affrontarla, per l’arroganza del potere di chi non ha capacità di scindere i valori dall’appartenenza. La nostra non vuole essere una strumentalizzazione dei gravi episodi accaduti, ma una presa di coscienza forte della reale mancanza di intenti unitari. Senza nasconderci dietro l’ipocrisia di chi sta sempre dalla parte della ragione e mai del torto, siamo a ricordarLe che la collaborazione che si chiede così bisogna essere pronti a raccoglierla. E allora Sindaco iniziamo a moderare i toni e gli atteggiamenti, come i ruoli istituzionali impongono. Insegni ai suoi assessori i Suoi modi e il Suo garbo. Insegni una narrazione sincera dei fatti e delle cose, un uso misurato e rispettoso dei social. Spieghi Lei la differenza tra buona educazione e femminismo. Racconti cosa vuol dire avere vicino persone che non hanno avuto la nostra stessa fortuna nel nascere sani, ma quanta voglia di vivere e sostanza trasmettono. Moderi Lei questo smodato e smisurato protagonismo e incontrollabile smania di sventolare i ruoli ricoperti. Riporti Lei la politica dallo spot della campagna elettorale alle sane logiche dell’amministrazione della cosa pubblica e al confronto dialettico tipico delle buone democrazie. Solo allora saremo pronte ad un dialogo diverso e costruttivo che, come spesso ci ricordate, non deve tendere sempre e per forza a rimarcare i termini “minoranza” e “maggioranza”, soprattutto nella tutela di temi importanti e universali, piuttosto alla costruzione di percorsi fruttuosi per la Comunità che tutti ci onoriamo di rappresentare.
Certe di aver trasmesso lo spirito che anima la nostra decisione e sicure che Lei saprà comprendere ed esercitare l’autorevolezza del Suo ruolo, porgiamo i nostri saluti”.