Chieti. “Scingiapaje” è il termine in uso in molti paesi abruzzesi per definire chi, come Sara Marcozzi, alza grandi quantità di paglia per dare l’impressione di lavorare alacremente, senza concludere niente. Ricapitoliamo i fatti: l’esponente regionale del movimento 5 stelle, supportata da un manipolo di fidi scudieri, seguendo l’esempio del ministro Toninelli, ha svolto un sopralluogo a colle Sant’Antonio, al confine tra i comuni di Chieti e Bucchianico dove tre anni fa si incendiò un sito di stoccaggio rifiuti di una ditta privata. Lì giunta, non senza fatica, si lamentava dello stato di abbandono e della presenza di una frana che impediva l’accesso al sito e ricordava le numerose interrogazioni presentate a proposito.
Considerando che il governo capeggiato dai 5 stelle ha scippato al Comune di Chieti ben 11 milioni destinati alla riqualificazione delle periferie e che sempre il suo governo del “cambiamento” ha tolto all’Abruzzo 200 milioni di fondi del Masterplan (tra cui quelli destinati alle bonifiche delle discariche presenti nel SIR Alento Saline), ci saremmo aspettati una qualche forma di protesta per convincere i suoi compagni di partito in parlamento a restituire i soldi tolti all’Abruzzo. Invece la nostra eroina non solo appoggia le scelte del governo, ma alza una grande quantità di paglia al cielo prendendo a pretesto Colle Sant’Angelo.
Nel merito:
1) Se la signora Marcozzi vivesse in Abruzzo saprebbe che in questa regione ci sono più di mille frane attive e che questa amministrazione regionale è intervenuta con investimenti importanti, pure se non sufficienti, per scongiurare l’isolamento dei paesi in cui vivono migliaia di persone assicurando la percorribilità delle loro strade rispetto a quella che porta al disabitato sito in questione.
2) Dopo l’incendio l’ARTA eseguì la caratterizzazione del sito non rilevando inquinamento del suolo e delle acque. Non essendo in presenza di un suolo inquinato, la Regione non ha alcun potere di intervento su un’area, peraltro privata, non pericolosa per la salute dei cittadini. La Regione può intervenire dove l’inquinamento del sito è certificato, se ne ha le risorse. Queste cose la Marcozzi dovrebbe saperle benissimo, ma o non ha ascoltato le risposte alle sue interrogazioni o finge di ignorarle.
Se i 5 stelle intendono svolgere in questo modo la campagna elettorale, temiamo che fino al 10 febbraio vedremo librarsi nell’aria grandi quantità di paglia sollevate da veri professionisti di questa antica arte: gli “Scingiapaje”.