Chieti. “In merito alla questione del Ciapi e la sua messa in liquidazione di un istituto regionale che ha fatto la storia della formazione professione in Abruzzo con la sua sede storica a Chieti scalo è opportuno puntualizzare alcuni passaggi che sfuggono, forse di proposito, anche al Consigliere Mariani”.
Si legge così in una nota del consigliere provinciale e comunale di Chieti di Forza Italia, Emiliano Vitale, che prosegue: “Con la determinazione dirigenziale del 28/3/2018, n°DPG008/46 con oggetto Provvedimento di REVOCA accreditamento Associazione CIAPI Abruzzo formazione, che trattasi si, di un provvedimento amministrativo da giuridicità ad un indirizzo politico ben preciso, quello staccare la spina definitivamente al Ciapi, che avrebbe avuto bisogno di aiuti economici per risollevarne le sorti.
A questo basta aggiungere la simultaneità di un contributo erogato di 131.00 mila a favore della Provincia di Chieti per adeguare le strutture del Ciapi ad ospitare il Liceo Artistico di Via d’Aragona. (determina marzo del 2018, contributo erogato sempre nell’estate del 2018, per l’anno scolastico 2018/2019). La sede storica del Liceo Artistico che già da tempo aveva problemi strutturali di staticità dei solai, ha così occupato le strutture del Ciapi per circa l’80% della superficie totale coperta.
Così la giunta guidata da Luciano D’Alfonso aveva già da tempo deciso di non avere nessuna volontà di risollevare le sorti del Ciapi e tanto è vero che suo atteggiamento ostativo con centinaia di emendamenti ai bilanci aveva fatto sì, che venissero approvate somme congrue dell’allora consigliere di minoranza Mauro Febbo che avrebbero dato la possibilità di avere delle boccate d’ossigeno e rimettersi almeno in carreggiata dalle pendenze economiche dell’ente formativo. Approvati gli emendamenti, quindi un indirizzo democratico e volontà del consiglio regionale non furono fatti gli impegni di spesa, quindi detto volgarmente, messi da parte i soldi.
Quindi il Consigliere Mariani ha colpevolmente taciuto due volte, la prima determinando la chiusura del Ciapi e, la seconda, tradendo il mandato datogli dagli elettori, perché la Giunta D’Alfonso non ha rispettato una volontà democratica di un consiglio regionale eletto dagli abruzzesi, che approvò emendamenti di natura economici a favore del Ciapi”.